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Maurizio Serra: il diplomatico italiano che spiega Mussolini al pubblico francese

by Claudio Siniscalchi
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Maurizio Serra

Per l’editore francese la biografia di Mussolini di Maurizio Serra che ha pubblicato è «un événement historique et littéraire». Una esagerazione? Non proprio. L’esordio non era stato dei migliori. A settembre esce da Perrin Le mystère Mussolini e immediatamente parte la contraerea. Il settimanale Le nouvel observateur verga una recensione di François Reynaert dai toni irridenti. In previsione del centenario della marcia su Roma, i lettori francesi sono curiosi di capire come il fascismo prese il potere. Ma non lo capiranno grazie a libri brutti – molto brutti – come la biografia di Serra. Da quella stroncatura sono passati pochi mesi. Al «brutto libro» di Serra è stato assegnato il Grand prix de la biographie politique 2021 e il Prix du nouveau cercle de l’Union 2022. Inoltre, l’autorevole settimanale Le Point lo ha inserito nella lista dei 30 libri dell’anno da leggere.

Questo articolo è stato pubblicato sul PrimatNazionale di gennaio 2022

Chi è Maurizio Serra

Nel frattempo, è uscita la traduzione italiana da Neri Pozza (forse è più corretto definirla la versione italiana, differente dalla francese), col titolo Il caso Mussolini. Prima di entrare nel merito del libro tracciamo un sintetico profilo dell’autore. Maurizio Serra, classe 1955, è un accademico di Francia. Il primo italiano ad entrare nell’Accademia, sontuosa dimora degli «immortali». Serra è stato un ambasciatore erudito. Ha coltivato la passione per gli studi storici sin dalla giovinezza. Laureatosi con Renzo De Felice, pubblicò nel 1980 per Laterza (dal 2011 reperibile in una bella edizione di Le Lettere), un testo all’epoca innovativo, dedicato agli anni di Vichy. Ancora oggi è un’opera di riferimento sull’argomento. La novità di questo lavoro stava nella scelta delle fonti primarie: la cultura osservata in una prospettiva di «lunga durata» e il ruolo svolto dagli intellettuali legati alla «collaborazione». A Serra, diventato uno dei più raffinati studiosi degli anni Trenta del Novecento, si deve una splendida «trilogia» (pubblicata dalla casa editrice bolognese Il Mulino tra il 1990 e il 1994) sulle figure e sui percorsi intellettuali degli «esteti armati».

Naturale prosecuzione di questo approccio interdisciplinare è I fratelli separati, piccolo gioiello di spregiudicata e raffinata intelligenza, dedicato agli intrecci generazionali intercorsi fra Drieu La Rochelle, Louis Aragon e André Malraux. Il saggio uscì nel 2007 presso Settecolori, che lo ripubblica in questi giorni, con una nuova introduzione. In seguito, Serra si è specializzato nella biografia. Equilibrio del ritratto, capacità di scelta delle fonti, scrittura sin troppo curata e accattivante. Spirito polemico zero. Ha iniziato con due brevi profili di Filippo Tommaso Marinetti (2008) e Guido Piovene (2009). Di seguito sono arrivate le più corpose e complesse biografie di Curzio Malaparte (in francese nel 2011 e in italiano l’anno successivo), Italo Svevo (2017) e Gabriele d’Annunzio (in francese nel 2018 e in italiano nel 2019).

Il caso Mussolini (oltre i moralismi)

Quella di Mussolini non è una biografia in senso stretto, né una storia del fascismo italiano, ma un tentativo di disegnare, nella complessità, un personaggio ricco di contraddizioni. In Francia Mussolini e il fascismo, tranne rarissimi esempi, sono stati rappresentati con le tinte dell’operetta e della commedia. Questa immagine ha finito per deformare una realtà assai diversa. Raccontare il fascismo nei termini della commedia tragica e il suo capo come guida di una rivoluzione fallita, è fuorviante. Mussolini modernizzò l’Italia, attirò le simpatie dell’Europa e dell’America. Poi restò affascinato da Hitler. Scommise su di lui, certo della vittoria nella guerra mondiale, segnando la fine sua e del fascismo.

Il ritratto mussoliniano di Serra è diviso in tre parti. Nella prima racconta la formazione. Nella seconda, la sfida vittoriosa portata al regime liberale. Nella terza la sconfitta. Il grande pregio del lavoro di Serra è di non cadere nella facile trappola di sovrapporre la valutazione morale alla valutazione storica. Gli accadimenti storici non possono essere interpretati con le lenti deformanti della morale. I pregi e i difetti di Mussolini, le intuizioni come gli errori (i veniali come i più gravi), non sono spiegati ricorrendo alla morale.

Leggi anche: «Continuavano a chiamarlo Benito»: perché Mussolini è ancora vivo nella coscienza degli italiani

Compito dello storico, ricordava Benedetto Croce, non è quello di «giustiziare» il passato (è stato già «giustiziato»), ma di «giustificarlo» (renderlo comprensibile). Lo storico deve rivelare ai propri contemporanei la complessità degli accadimenti trascorsi. Nessuna stagione della storia nazionale è tutta luce o tutta ombra. Mussolini, per Serra, non è buono né cattivo a prescindere. È un uomo politico che ha segnato un’epoca: quella della crisi dei regimi liberali. Nella vita di Mussolini si riflette la storia dell’Italia e dell’Europa nella parte più complessa e drammatica del Novecento: le due guerre mondiali e le rivoluzioni nazionali.

Divulgativo ma profondo

Maurizio Serra ci illustra chi è il fondatore del fascismo. Cosa ha fatto prima di fondare nel 1919 i Fasci di combattimento. Come ha preso il potere, giocando abilmente su più tavoli, forzando la mano o arretrando quando era necessario. Come ha consolidato il potere e quali errori ha commesso. Sino alla caduta finale. Mussolini è stato…

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