Roma, 17 gen — Ha seguito con le cure domiciliari, guarendoli, 3.000 pazienti affetti da Covid, recandosi personalmente presso le loro abitazioni, in barba al protocollo della vigile attesa. Ma Gerardo Torre, medico di base a Pagani, provincia di Salerno, il prossimo 28 gennaio dovrà comparire davanti al consiglio di disciplina dell’Ordine, perché in tal modo non avrebbe rispettato i protocolli del ministero della Sanità sulle cure da somministrare ai malati di Covid, in particolar modo agli asintomatici. Lo riporta il Corriere.
Il medico della cure domiciliari rischia la sospensione
Quegli stessi protocolli «tachipirina e vigile attesa» contro i quali il Tar ha accolto il ricorso alcuni giorni fa, stabilendo che il Covid si può curare a domicilio. Torre è a dir poco amareggiato. «Quando l’Ordine dei medici di Salerno mi ha mandato a chiamare credevo che volessero consegnarmi un riconoscimento, una medaglia per il mio operato durante la pandemia. E invece dovrò sottopormi a un giudizio disciplinare, rischio addirittura la sospensione! Ma vi rendete conto?». La posizione di Torre è la stessa di tutti i medici che sostengono l’importanza delle cure domiciliari precoci. «La medicina dovrebbe intervenire nelle fasi acute come azione territoriale e non ospedaliera. Se tutti fossero stati preventivamente curati, si sarebbero evitati i problemi di sovraffollamento nei reparti, nella fase acuta del virus».
Un medico sulle barricate
Torre fa parte della schiera di dottori che fin dai primi mesi rifiutavano il trattamento a base di tachipirina, e il tempo gli ha dato ragione. «Solo ora è saltata nei protocolli dell’Aifa e dell’Istituto Superiore di Sanità. Ho visitato a domicilio, rischiando per la mia salute, 3000 pazienti e ho avuto risultati eccezionali. Tutti guariti e nessuno è morto! Sono stato sulle barricate, a differenza di tanti colleghi che hanno ricevuto un’informativa solo tramite telefono, senza valutare mai di persona il paziente, e hanno prodotto una quantità enorme di morti». L’Ordine dei medici di Salerno non si sbottona: «È in essere un procedimento disciplinare — fa sapere il presidente Giovanni D’Angelo — il consiglio di disciplina valuterà la problematica».
Il paese è con lui
Mezza città di Pagani gli deve la salute, a partire dal sindaco Lello De Prisco, anch’egli guarito dal Covid grazie alle cure domiciliari. «Certamente il dottor Torre è un medico valente», rende noto su Facebook. «Se oggi posso scrivere, lo devo anche a lui. Grazie a tutti i medici che prestano cure domiciliari». Intanto sui muri del Comune è comparso un manifesto a sostegno di Torre, in cui viene definito «medico che ha agito in scienza e coscienza» che ha «mantenuto fede solo al giuramento d’Ippocrate».
Cristina Gauri
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