Bologna, 22 apr – Quel nome, Festa dell’Unità, ormai suona beffardo e non solo perché il quotidiano che dà il nome all’evento non esiste più, ma anche perché di unità, nel Pd, comincia a essercene più poca.
Quest’anno a far rumore è l’assenza alla festa di Bologna di Bersani, Cuperlo e altri esponenti della minoranza Pd. L’ennesima epurazione renziana? Così sembra pensarla Rosy Bindi, che ha chiamato in causa il presidente Matteo Orfini: “Fa davvero male leggere che alla imminente Festa nazionale dell’Unità non sarebbero stati invitati alcuni tra i più autorevoli esponenti del partito: dai fondatori, agli ex segretari, ai candidati alle primarie per la segreteria. Immaginare di fare una Festa nazionale selezionando le presenze politiche sulla base della fedeltà alla linea del segretario sarebbe un’involuzione, questa sì, che non ha precedenti nella lunga storia delle feste dei partiti popolari italiani”.
Per la Bindi, “si è interrotta la costruzione di un partito nuovo, democratico, laico e plurale. Il Pd non solo sta rinnegando la prospettiva del bipolarismo con la proposta dell’Italicum, ma sconfessa le sue radici uliviste per consegnarsi al pensiero unico del nascente Partito della nazione”.
La replica di Orfini non si è fatta attendere: “Cara Rosy – ha scritto il presidente dell’Assemblea nazionale del Pd – la festa alla quale credo tu faccia riferimento non è la Festa Nazionale del Partito democratico, che si terrà come sempre tra fine agosto e inizio settembre – quest’anno a Milano – e che sono certo sarà, come tu auspichi, un ‘momento di massima apertura e confronto del Pd, espressione della nostra capacità di incontrare e parlare con tutti – iscritti, elettori, cittadini – in grande libertà e con ricchezza di idee e proposte’. La festa di cui parli è piuttosto un momento di celebrazione dei 70 anni della Festa dell’Unità, voluto dal Pd di Bologna e organizzato dal Partito Nazionale. Certo – conclude Orfini -, mi chiedo perché invece di una missiva pubblica tu non abbia ritenuto più utile verificare con una semplice telefonata tra compagni di partito quella che evidentemente è una non notizia. Avremmo così evitato un’inutile polemica e il rischio che la tua richiesta potesse apparire strumentale, cosa che sono sicuro, conoscendoti da tanto tempo, non era tua intenzione”.
Giorgio Nigra