Roma, 12 nov – Seul, 1988: l’Italia vince l’oro olimpico nel canottaggio con la straordinaria impresa dei fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale. Un’impresa memorabile, resa leggendaria dalla voce di Giampiero Galeazzi, scomparso oggi a Roma all’età di 75 anni.
Galeazzi, il ricordo di Giuseppe Abbagnale
Chi non può dimenticarlo sono soprattutto i protagonisti di quella storia. “In questo momento sono triste: Giampiero ha accompagnato non solo la nostra vita sportiva in maniera intensa e totalizzante, ma nel tempo è diventato anche una persona di famiglia, con cui si era creato questo connubio. Un personaggio anche sui generis se vogliamo, ma con lui voce e impresa sportiva diventavano una cosa sola. E quella telecronaca è storia della tv“. A dirlo, all’Ansa, è l’oro olimpico Giuseppe Abbagnale. “Con lui – precisa l’attuale presidente di Federcanottaggio – ho sempre avuto un rapporto vero, leale. Con Giampiero c’è sempre stata empatia”.
A ricordare Galeazzi è anche Peppiniello Di Capua, timoniere dei fratelli Abbagnale. “Sono addolorato dalla sua morte: Galeazzi ha fatto conoscere noi e il canottaggio, ci ha spronati. E’ stato un personaggio importante per noi, ci ha fatti conoscere al grande pubblico: era come se l’equipaggio fosse formato da quattro e non da tre elementi. Possiamo dire che era come un ‘quattro senza’: è stato molto, molto importante per noi. Ci è stato vicino per più di 20 anni”. E ancora: “Ci ha seguiti da sempre, quante cene assieme, era come un fratello per noi: lo stimavamo e gli volevamo bene”, aggiunge.
La leggendaria telecronaca dell’impresa di Seul
“Andiamo a vincere”
E poi di nuovo, l’altra mitica telecronaca di Galeazzi, quella del K2 di Antonio Rossi e Beniamino Bonomi, ori olimpici ai Giochi di Sydney 2000. Per sempre resterà impressa nella memoria degli italiani quel meraviglioso grido: “Andiamo a vincere”.
Alessandro Della Guglia