Roma, 7 nov – E’ passato poco più di un anno da quando la Banca Mondiale ha stabilito che la Tanzania è diventata una nazione a medio reddito. L’obiettivo è stato raggiunto grazie all’operato del governo, capace di incentivare adeguatamente lo sviluppo. Oltre a puntare sulla trasformazione dei prodotti agricoli e dei minerali estratti, la Tanzania ha agevolato investimenti nelle infrastrutture mirati a creare una sicura e affidabile via di transito per tutti quei Paesi del continente nero che non hanno sbocco sul mare. Scelta strategica di ampio respiro che ha stimolato ulteriormente la sua economia.
La Tanzania tra le prime 10 nazioni africane in cui investire
Adesso per l’esecutivo della Tanzania è arrivata un’altra buona notizia. La Rand Merchant Bank l’ha infatti inclusa nella lista delle prime dieci nazioni africane nelle quali investire. Un traguardo importante che, oltre a portare nuovi investimenti, attirerà anche l’attenzione dei mercati internazionali.
Le ragioni dell’importante risultato sono da trovare nel fatto che l’economia della Tanzania ha avuto un tasso di crescita tra i più alti dell’Africa. Questo grazie agli investimenti nei settori secondario e terziario, che spaziano dall’energia alle telecomunicazioni, arrivando fino alla finanza. Solo in quest’anno, ad esempio, si sono registrati 133 nuovi progetti per un valore di 3 miliardi di dollari. Arrivando a creare, potenzialmente, fino a 30mila posti di lavoro.
Il notevole incremento degli investimenti è stato possibile grazie alle riforme intraprese nei mesi scorsi dal presidente Samia Suluhu Hassan, le quali hanno creato un positivo clima di fiducia. Il risultato è il citato ingresso nella lista dei “Top 10”, classifica in cui la Tanzania occupa il decimo posto. Per quanto riguarda le altre nazioni africane presenti nella lista, la prima è l’Egitto, seguita da Marocco e Sudafrica. Appena giù dal podio il Ruanda e al nono posto il Kenya.
Giuseppe De Santis
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Benedetto Mugufuli.