Roma, 4 nov – Dopo l’attacco frontale di Giorgetti, Salvini passa al contrattacco con il consiglio federale convocato per oggi. Ma la nuova Lega sta con il ministro e non con il segretario. Salvini può anche vincere la prova di forza, chiamando a raccolta i maggiorenti del Carroccio contro Giorgetti, reo di aver messo in discussione la linea del segretario in Europa e di aver escluso che possa mai essere premier, ma il partito si deve aggiornare. Quando Salvini ha portato la Lega al 30%, per poi farla calare al 20%, il quadro politico era diverso.
Non c’è abbastanza agibilità politica per la Lega di lotta
Oggi dal Colle passando per Palazzo Chigi e su diktat di Bruxelles, non c’è agibilità politica per la Lega di lotta. Per la Lega sovranista. Men che mai per quella euroscettica. Giorgetti e i suoi (che non sono pochi, anzi) vogliono un Carroccio più vicino al Ppe che alla destra (dove peraltro in Italia c’è già FdI). Quando noi scrivevamo che la Lega nel tempo prenderà il posto di Forza Italia, all’interno del centrodestra, non facevamo premonizioni ma semplicemente analizzavamo il quadro politico.
Salvini è fermo al Carroccio vecchia maniera
Salvini non vuole cambiare idea né cambiare la “sua” Lega. E’ passato al contrattacco su un doppio fronte. Quello interno, con il consiglio federale di oggi e soprattutto l’annuncio di una assemblea programmatica per l’11 e 12 dicembre. E quello europeo, con una videochiamata al premier ungherese Orban e a quello polacco Morawiecki, per rilanciare l’idea di un gruppo delle destre nell’Europarlamento. Altro che Ppe, insomma. Con buona pace anche di Berlusconi, che in questi giorni ha spinto inutilmente per avvicinare i suoi alleati al grande centro europeo. In attesa dell’assemblea – allargata a governatori e europarlamentari – in cui Salvini verificherà chi è dalla sua parte, già oggi pomeriggio – con la conta sulle prossime mosse della Lega nel governo (a partire dall’attacco al reddito di cittadinanza) il segretario vedrà che aria tira.
Giorgetti guarda avanti e al centro
Giorgetti – che ovviamente incassa il plauso del grillino Di Maio – dal canto suo oggi non farà che ribadire la sua linea e la sua idea di Lega “del futuro”. Dentro il Ppe, più centrista ed europeista e meno sovranista e di destra (dove c’è già FdI, che infatti su quel fronte ruba consensi al Carroccio). Una Lega che sostiene Draghi sempre e comunque, fino in fondo (anche se il premier dovesse traslocare al Colle). Con il ministro dello Sviluppo economico ci sono ministri, governatori. Tutta quella Lega insomma che vuole governare più che andare in piazza. Giorgetti non spaccherà la Lega, né Salvini lo porrà di fronte a un aut aut. Ma ormai la strada sembra tracciata. Il partito a cui pensa il segretario appartiene al passato. Quello del presente e soprattutto del futuro è la Lega di Giorgetti, di Zaia, di Fedriga. Dove Salvini – legge del contrappasso – sarà il Bossi della situazione, insomma.
Insomma, Salvini vincerà pure la battaglia di oggi ma sarà difficile che vincerà la guerra per la leadership.
Adolfo Spezzaferro
3 comments
“….Giorgetti – che ovviamente incassa il plauso del grillino Di Maio…”
IL PLAUSO DA UNO CHE HA FATTO TUTTO IL CONTRARIO DEL PROGRAMMA PROMESSO AI SUOI ELETTORI E’ TUTTO UN PROGRAMMA DI PLAUSO “avrà un posto nella lega di Giochetti così non tornerà più a fare il bibitaro?”
Sciocchezze. Giorgetti e’ mister 2%. Con lui la Lega non va oltre la soglia di sbarramento.
Da tempo la Lega non è più la stessa, unirsi al governo d’altronde non è stata una buona idea, come del resto, diventare lo zerbino di Draghi, anche loro hanno perso quei pochi valori che avevano per passare all’ipocrisia della politica.