Roma, 24 set – Sono circa 2mila i lavoratori di Alitalia che hanno deciso di bloccare la circolazione sull’autostrada Roma-Fiumicino. A manifestare all’aeroporto da questa mattina sono però in tutto 5mila ed è in corso lo sciopero del trasporto aereo pubblico indetto da tutte le sigle sindacali. Una protesta imponente contro quello che Usb definisce “il vergognoso piano industriale Ita, supportato da un governo capace di mettere la mordacchia al Parlamento”. Al fianco dei lavoratori di Alitalia ci sono anche delegazioni di Gkn, ex Ilva, Atitech nonché i portuali di Genova e Livorno.
Alitalia, i lavoratori in protesta: “Draghi come Ponzio Pilato”
Diverse le questioni ancora aperte. Dai licenziamenti di Alitalia-Air Italy-Ernest-Norwegian, alla richiesta di una tavolo di crisi permanente del settore. Passando per le vertenze aziendali del personale di terra e di volo e al rifinanziamento del Fondo di solidarietà trasporto aereo. E ancora: la riforma settore e sistema aeroportuale, l’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro per tutto il settore del trasporto aereo. Durante la protesta si sono verificati anche momenti di tensioni con le forze dell’ordine, con tanto di scontri. Dal “Noi siamo tutti Alitalia” alla scritta “Draghi come Ponzio Pilato”, i lavoratori fanno sentire forte la loro voce finora inascoltata.
Contro la decisione del governo: da Usb alla Meloni
“I lavoratori Alitalia – scrive Usb – sono determinati a portare avanti la lotta fino a che Altavilla e il governo non ritireranno e ridiscuteranno lo scandaloso piano industriale presentato in ossequio ai voleri di Bruxelles e alla dottrina ultraliberista di Draghi, non a caso omaggiato con una standing ovation dall’assemblea di Confindustria”.
A tuonare contro il governo è anche Giorgia Meloni: “Scandalosa la decisione della maggioranza Draghi di rinviare ancora una volta il voto sulla mozione di Fratelli d’Italia su Alitalia. Il Governo e i partiti che lo sostengono continuano a scappare dalle proprie responsabilità sul futuro della nostra compagnia di bandiera e a giocare sulla pelle di migliaia di lavoratori, lasciati nell’incertezza più assoluta. Un comportamento vergognoso e inaccettabile, che umilia anche il Parlamento e la sua funzione di indirizzo e controllo”.