Palermo, 8 apr – La Regione Sicilia rischia il default. Secondo il resoconto dei debiti contratti dal governo regionale, la Regione deve agli istituti di credito 7 miliardi 525 milioni 547 mila euro. La giunta sta pensando di contrarre un altro mutuo per portare il bilancio in pareggio. Intanto Crocetta fa spallucce: “Il bilancio è pronto, i conti quadrano. La giunta si riunirà per l’approvazione giovedì alle 16”.
Di scuse se ne sono sentite tante, in questi anni, in Sicilia. Prima ci hanno detto che c’era troppo poca autonomia, poi che ce n’era troppa, poi ci hanno detto che c’era la mafia, ma che la “legalità” (termine ormai entrato nel dizionario radical chic) prima o poi avrebbe vinto. Infine dicevano, con piglio gattopardesco: “Ma sì, noi abbiamo il sole, il mare e il buon cibo, qui si sta bene lo stesso”. Poi vai a prendere i dati della Confcommercio e vedi che la Sicilia è la prima regione in Italia per sprechi: 14 miliardi di euro di spese in eccesso e servizi qualitativamente inferiori del 60% rispetto alle altre regioni italiane. Nel 2014 l’ufficio statistica della Regione pubblica il dato ufficiale sulla disoccupazione: 34,8%, più del doppio della media nazionale. A Palermo il tasso di occupazione è del 37,4%, uno dei più alti d’Europa. Poi c’è un altro fenomeno, quello dell’emigrazione interna. In dieci anni la città di Palermo ha visto emigrare 30 mila abitanti, quasi tutti trasferitisi al nord in cerca di un lavoro. In Sicilia, per realizzare un’opera pubblica, ci vogliono 7 anni, in Emilia Romagna 3,8.
Certo, c’è debito e debito: c’è un debito che è un’usura legalizzata e schiaccia i popoli. Quello non si elimina tagliando le autoblu. Poi c’è il debito che nasce dagli sprechi di una classe politica parassitaria. Per quello la soluzione è nelle origini della Sicilia: doriche, essenziali e silenziose. Ma finché ci sarà la mafia, la politica potrà dare la colpa a qualcuno pur di non darla a se stessa. Se qualcuno, come la Dc, il partito in cui militò il Presidente Mattarella, tornerà a sventrare i villini liberty di Palermo per costruire dei palazzoni, la colpa sarà della mafia e di nessun altro. E tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra.
Roberto Guiscardo