Milano, 10 sett – Dalla Milano Fashion Week alla Milano “Utero in affitto” week: polemiche per la ‘fiera’ dell’utero in affitto che sbarcherà nella città il 20 e 21 novembre.
Milano, “fiera” dell’utero in affitto a novembre
In principio fu l’Avvenire, che con un reportage ha parlato dell’edizione parigina della “fiera” che arriverà a Milano il cui nome ufficiale d è ‘Désir d’enfant’, desiderio di un bambino. L’edizione milanese, invece, si chiama ‘Un sogno chiamato bebè’. E in breve è un salone o fiera in cui organizzazioni che tra le altre cose permettono la pratica della gestazione in affitto (vietata in Italia) possono incontrare eventuali clienti e incontrarsi anche tra di loro.
Meloni invoca Sala, il Comune “nicchia”
Giorgia Meloni, leader nazionale di Fratelli d’Italia, chiede l’intervento di Beppe Sala, mentre l’eurodeputato Carlo Fidanza rincara la dose: “Un obbrobrio che va fermato”. Massimiliano Bastoni (Lega) parla di operazione “furbesca” perché il sito ufficiale sembra parlare quasi solo di procreazione medicalmente assistita ma, tra i partner, c’è la società Ivf Bubble, che si occupa anche di maternità surrogata”. Il Comune di Milano scarica le responsabilità: loro, dicono, non hanno autorizzato l’evento. Laura Galimberti, assessore, sostiene che la giunta non ha concesso autorizzazioni né patrocini, ma non può vietarne l’effettuazione.
Utero in affitto, la proposta di legge
Ad aprile era in cantiere una proposta di legge che vuole normare la pratica dell’utero in affitto ha lavorato la bergamasca Guia Termini, passato nelle fila del M5S (poi espulsa) in tandem con l’Associazione Luca Coscioni, nota per le sue battaglie a favore dell’eutanasia. Come ben sappiamo in Italia (per ora … ) la maternità surrogata è vietata dalla 40 del 2004. Per questo molte coppie omosessuali, o per meglio dire, quelle che se lo possono permettere, si rivolgono all’estero poiché in alcuni Paesi è legale o non espressamente vietata. Questa pratica ha permesso, ad esempio, ad una coppia omosessuale di vedere entrambi i genitori riconosciuti dalla Cassazione tramite una “scappatoia“: il bimbo, infatti, era nato negli Usa.
Ilaria Paoletti
2 comments
Quello è un incubo da marcioni calcolatori, altro è il sogno chiamato genitori veri !! Il figlio non deve diventare, come purtroppo è già diventato per molti, un semplice razionale diritto egoistico…
Questa è la riprova della mercificazione totale verso cui volge Milano, decrepita capitale di lumbard usurai ! Lega, “carrocciata” o meno, prenda nota.
Un bebè forzato e magari pure per questo malato, si rivolterà in un qualche modo, non si sentirà un figlio vero. La vita, piaccia o non piaccia, è ancora un mistero ! Ma a certuni non gliene può fregar di meno, impotenti di amare come sono acriticamente.
Uno squallido mercatino per quegli sciocchi genitori che pretendono di avere il figlio che somigli ad Alain Delon ma che abbia il cervello di Einstein.
Sembra che il verbo “comprare”, sinonimo di partorire sia caduto in disuso, ma ora tornerà con un significato comnerciale, visto che i genitori “compreranno” il figlio scegliendolo come un’automobile in un concessionario.