Il pianto è il principale mezzo di comunicazione del neonato. È così che il piccolo chiede qualcosa, oppure manifesta un disagio.
Certo, questo è uno degli aspetti che più mettono in agitazione i neogenitori: qual è il vero motivo per cui mio figlio piange? Starò rimediando nel modo giusto? A questi pensieri si aggiunge spesso la stanchezza, per le notti insonni e per il senso di responsabilità.
Ciò che conta è imparare a interpretare correttamente il pianto del bimbo, così da risolvere la situazione nella maniera migliore. Ti spiegheremo le cause più diffuse che sono alla base di questo comportamento; ti diremo anche come fare con un neonato che piange sempre, e quando preoccuparsi. Comunque è essenziale che la mamma e il papà capiscano le ragioni del pianto, mettendosi nei panni del bambino!
Perché un neonato piange
Quali sono, dunque, i fattori all’origine del pianto del neonato?
Ovviamente, il piccolo piange quando ha fame. In queste circostanze ci sono anche altri segnali che possono aiutare i genitori a comprendere tale bisogno: per esempio, il bimbo produce uno schiocco con le labbra e gira la testa in cerca del seno materno.
E se il neonato continua a piangere anche con il seno in bocca? Allora la sua richiesta non è connessa alla fame, ma è di tipo diverso. Il problema potrebbe essere il pannolino sporco, che quindi va semplicemente cambiato così da calmare il bambino.
Molti neonati piangono perché hanno sonno. O meglio: perché hanno la necessità di dormire, dopo essere stati “colpiti” da un vero e proprio sovraccarico sensoriale. In questo frangente è indispensabile ridurre gli stimoli e cullare il piccolo in un ambiente silenzioso e tranquillo.
Il pianto del neonato può essere provocato, poi, da elementi di natura psicologica: uno stato depressivo dei genitori, o anche una sensazione di solitudine. Non tutti lo immaginano, ma i bambini appena nati sono estremamente sensibili alle emozioni. E, appunto, mostrano disagio piangendo.
Ci sono neonati che piangono perché hanno caldo o freddo, perché sono arrabbiati, perché sta spuntando un dentino. Tutto sta nell’individuare il motivo reale.
Quando preoccuparsi per un neonato che piange
Il timore dei genitori aumenta nel momento in cui il figlio piange ininterrottamente, con grande intensità e senza accennare a smettere. Si prova a dargli il latte, a coccolarlo, a cambiare il pannolino, ma nulla: il piccolo non cessa di piangere.
In questi casi, la cosa migliore è contattare il pediatra per un consulto. È infatti possibile che il piccolo provi un dolore di qualche genere: è molto frequente il mal di pancia, dovuto alle coliche gassose cui i bambini sono soggetti di solito fino al terzo mese.
È facile riconoscere i sintomi: il neonato inarca la schiena, muove rapidamente gambe e braccia, non riesce a trovare sollievo se non quando si libera dei gas intestinali in eccesso. Ciò accade perché il piccolo “ingurgita” aria, perché ha sviluppato un’intolleranza al latte o un’altra allergia.
Comunque non bisogna avere paura di una situazione simile, dato che ci sono vari rimedi. Si va dal semplice massaggio sulla pancia alle soluzioni farmacologiche per neonati (sempre prescritte dal medico!).
In più, il bambino piange talvolta perché ha l’influenza, la febbre o un’altra malattia. Il pediatra saprà come aiutarti.
Come calmare un neonato che piange: qualche suggerimento
Per tranquillizzare il piccolo è necessario capire la causa del pianto e soddisfare la relativa esigenza. Fame, sete, sonno, ecc.
Ad ogni modo, possono essere utili alcuni stratagemmi. Innanzitutto cerca di rassicurare il bimbo con le coccole: cullalo tra le braccia, tienilo vicino, fagli percepire la tua presenza.
Avvolgi il neonato in una coperta, che però non sia troppo pesante (soprattutto se fa caldo). Questo accorgimento lo farà sentire protetto. Massaggia con delicatezza il corpo del bambino, e parlagli senza alzare la voce.
Ci sono dei suoni che “riportano” il neonato al ventre materno, come i cosiddetti rumori bianchi – come quello del phon. Non è raro che un bambino si calmi quando sente questo ronzio! Può essere decisivo anche il contatto visivo con la mamma e con il papà, un’autentica connessione che trasmette al piccolo tutta l’attenzione e tutto l’amore dei genitori. Per il resto, non perdere la fiducia e sii sempre paziente.