Roma 16 lug — La sta pubblicizzando come «la prima palestra per sole donne in Italia», ma sappiamo che non è esattamente così. Le strutture fitness dedicate esclusivamente alla popolazione femminile fanno capolino, da anni, in parecchie città italiane.
Matteo Zorzato, ex atleta professionista di cultura fisica e vecchia volpe dell’imprenditoria veneta — sua è la startup di consegna a domicilio di frutta e verdura Ortago, nel solco del recente feticcio radical chic del chilometro zero — ha imparato la lezione del capitalismo in salsa arcobaleno e l’ha applicato alle istanze femministe. Ecco quindi che arriva la palestra per donne «con l’obiettivo di combattere il body shaming». Vietato l’ingresso agli uomini, per una clientela femminile rigorosamente dai 35 anni in su. Seguite da personale formato solo da donne.
La palestra per donne per combattere il body shaming
Ma sul body shaming le donne sono peggio degli uomini
Nessuno ha contestato l’idea di «autosegregazione» che sta alla base dell’iniziativa imprenditoriale. «Nessuna critica, a dire il vero questa nostra caratteristica ha generato molta curiosità perché abbiamo iniziato a fare qualcosa di particolare e di esclusivo. Il fatto che sia solo per donne garantisce una privacy e si avvicinano persone che mai hanno fatto sport: vengono da noi donne dai 35 anni in su e che si avvicinano allo sport in un modo in cui si sentono più libere anche nella fattura dell’esercizio, nella dinamica», conclude l’ex atleta. Con la speranza che un bel dì non entri qualche bel maschione parruccato autoproclamatosi «donna», e allora lì vogliamo vedere come se la giostra il buon Zorzato. Viviamo in tempi interessanti.
Cristina Gauri
1 commento
Fin quando la discriminazione è a senso unico è ovvio che queste “pseudo-femministe”, siano contente, e ne vogliano sempre di più.. Non vale. Loro possono andare dove vogliono, gli uomini no.
Esistono anche palestre in Germania, che hanno zone “per sole donne”, “nur für Damen”. Le donne pagano quanto gli uomini ma possono andare ovunque, agli uomini alcune zone sono “vietate”.
La soluzione(è una provocazione perchè è l’unico modo per farglielo capire, in linea di massima sarei contrario) è semplice: essere meno zerbini e fare palestre per “soli uomini”, per qualche anno.. quando capiranno che in una alta percentuale di palestre, non potranno andarci.. anche perchè nel body building la percentuale di palestre gestite da uomini è altissima, e ad essere discriminate saranno loro.. solo allora capiranno il “peso” delle loro azioni. Magari chiederanno “palestre aperte a tutti”. Troppo comodo altrimenti!