Roma, 25 giu – Quello che era nell’aria dopo lo scontro di ieri sta per diventare realtà: Giuseppe Conte non ingoia il rospo e dopo gli attacchi del garante Beppe Grillo sta per dire addio al M5S. Annullata la partecipazione dell’ex premier al webinar prevista nel pomeriggio con il ministro Luigi Di Maio. Annullata pure l’intervista a Sky programmata in serata. Per adesso Conte sceglie il silenzio stampa ma a quanto pare nei prossimi giorni potrebbe indire una conferenza stampa, spiegando le sue scelte e le sue ragioni di quello che ormai appare quasi inevitabile: la rinuncia alla leadership del M5S. A sentire i suoi, infatti, “la situazione è irrecuperabile“.
Grillo attacca Conte su tutta la linea: l’ex premier pronto all’addio al M5S
Ieri Grillo ha attaccato duramente Conte su tutta la linea, ribadendo che lui è il garante e che quindi ha e avrà sempre voce in capitolo nelle decisioni sul M5S. In sostanza, l‘ex premier pensava di poter disporre del Movimento a suo piacimento, chiedendo troppo potere per i gusti del comico genovese. Grillo il potere sul suo M5S se lo vuole tenere tutto. E siccome non ci possono essere due capi, a quanto pare Conte parrebbe intenzionato a rinunciare alla leadership di ciò che resta dei 5 Stelle. Secondo un retroscena del Fatto Quotidiano, l’idea di “diarchia”, con Grillo che mette bocca su tutto, per Conte è “impossibile”.
Non c’è posto per due capi
Il dato politico è che Grillo considera di fatto il M5S un suo giocattolino e le iniziative di Conte mirate a ridimensionare il ruolo del garante – a partire dalla comunicazione, forse per donarla all’antico sodale Casalino – non gli sono proprio andate giù. Il problema dunque non è tanto sullo statuto che avrebbe rifondato il Movimento, né sul logo – ne girava uno diverso da quello imposto da Grillo. Il problema è proprio sul fatto che Conte voleva togliere potere a Grillo per aumentare il suo. Ora provate a immaginare la stessa cosa – con i dovuti distinguo – dentro Forza Italia, con Tajani e Berlusconi…
Ecco perché l’addio di Conte tanto vociferato in queste ore potrebbe essere più di una mossa per piegare Grillo a più miti consigli. Il futuro del Movimento e quindi anche della nascita di un possibile partito di Conte sono appesi a un filo. Intanto Grillo, fuori di sé, anticipa il rientro e lascia Roma. Per niente un buon segno.
Adolfo Spezzaferro
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