Roma, 16 giu – Coca Cola, taste the feeling? Non a questo tavolo. Ma perché lo ha fatto, possibile che quello di Ronaldo sia stato soltanto uno show salutista? Sì, la risposta più sensata è sì. Per quanto possa deludere i fan dei messaggi subliminali o di chi un po’ ingenuamente si esalta scorgendo frecciate a una multinazionale, il gesto di CR7 con tutta probabilità non nasconde altro. E’ d’altronde noto quanto il fuoriclasse portoghese, in modo quasi maniacale, curi il proprio corpo. Una bevanda gassata non è propriamente un toccasana prima di una partita di calcio. Ed è altrettanto chiaro che visto il suo valore di mercato e la sua potenza d’immagine, Ronaldo può permettersi un vezzo irrituale.
Il gesto di Ronaldo costa 4 miliardi alla Coca Cola
Difficile pensare che un altro calciatore, al suo posto, avrebbe spostato due bottigliette di Coca Cola – sponsor di Euro 2020 – affermando con fare serioso: “Bevete acqua!”. Se anche qualcun altro avesse “osato” tanto, l’eco mediatica non sarebbe stata la stessa. Il video in questione non avrebbe fatto il giro del mondo, riempiendo di commenti e congetture i social. Certo, nonostante a noi sembri improbabile, non vogliamo neppure spegnere l’entusiasmo di chi continuerà a reputare quello di Ronaldo un gesto altamente simbolico. Perché a prescindere dalle interpretazioni e dagli eterogenei giudizi sul personaggio, resta un “capriccio” simpatico. E un bel diversivo rispetto alle stucchevoli uscite della Uefa in salsa Blm.
Un inconsueto modo per strappare una risata a chiunque, tranne che alla Coca Cola. L’azienda americana, come fatto notare da Businnes Insider, dopo il gesto di Ronaldo ha perso 4 miliardi di dollari in borsa soltanto nella giornata di ieri. Con le azioni del marchio scese a 55,22 dollari a fine conferenza stampa, per una perdita dell’1,6%. Numeri spaventosi di per sé, non altrettanto drammatici per una multinazionale come la Coca Cola che può senza troppi patemi mettere in conto repentini saliscendi in borsa. Di certo non andrà sul lastrico.
Il potere dell’influencer
C’è però chi ha fatto notare che oggi il marketing si basa molto sulla capacità di veicolare determinati messaggi da parte di uomini e donne immagine. Se quindi Ronaldo, o un altro “vip”, promuovono con un semplice post social un qualche prodotto, questo verosimilmente verrà venduto bene. La “potenza di fuoco” del personaggio ingaggiato per gli spot è in realtà una banale legge del mercato, vecchia come il mercato stesso. La differenza sta nel mezzo utilizzato per comunicare e nella capacità di certi influencer di influenzare, appunto, l’azienda stessa che a loro si rivolge.
Un interessante spunto di riflessione, al riguardo, lo propone oggi il nostro direttore Adriano Scianca su Facebook. “Le aziende devono stare ‘al passo con i tempi’ (e ovviamente, in modo circolare, contribuiscono a forgiare i tempi), anche al di fuori di logiche strettamente commerciali. Stesso discorso vale per i testimonial. Se la Apple ingaggia Chiara Ferragni – scrive Scianca – non si instaura un rapporto tra datore di lavoro e dipendente ma quasi uno da pari a pari. E se domani la Ferragni chiede una modifica nella linea di produzione della Apple, magari non la accontentano, ma è certo una bella gatta da pelare (e infatti non mi pare che la Coca-Cola abbia replicato a Ronaldo, pur avendo tutte le ragioni contrattuali dalla sua: sarebbe comunque un autogol)”. Nel frattempo la risposta della Coca-Cola è arrivata: “Ognuno ha diritto di esprimere le proprie preferenze sulle bevande”, ha fatto sapere l’azienda ai giornali che l’hanno interpellata. Non se l’è quindi presa pubblicamente con Ronaldo, perché farlo – come notato da Scianca – potrebbe rivelarsi un boomerang.
Se gli influencer fossero eversivi?
“Ma cosa accadrebbe – scrive su Facebook il direttore del Primato – se un influencer un giorno decidesse di dare un messaggio veramente eversivo? No, non scoppierebbe la rivoluzione e sicuramente una reazione decisa in quel caso ci sarebbe. Ma, se fatta nel modo giusto, toccando determinati tasti, qualche meccanismo virtuoso potrebbe innescarsi. Riflettiamo su questo”. Ecco, visto mai che davvero qualche influencer decida d’un tratto di dare scacco alla multinazionale di turno. Ipotesi chimerica, forse, ma in fondo il gesto di Ronaldo – malgrado le intenzioni reali del calciatore – questa interessante finestra di Overton potrebbe pure aprirla.
Eugenio Palazzini
5 comments
Almeno W il chinotto!
Se gli influencer fossero eversivi? metterebbero il GLOBALIMO “compagnia bella, politicamente corretto ecc”economicamente e NON economicamente subito al TAPPETO
premetto che ho sempre ammirato Ronaldo sia come calciatore che come persona…ma trovo strano che da una mano ritira le bottigliette e dall’altra prende l’assegno…
Bene o male l’ importante è parlarne…, altrimenti sei fuori!
Fosse per me il sistema “influencer” non varrebbe una cippa.
Io guardo solo nello specchio e ascolto solo chi vi è riflesso.