Torino, 10 giu — La polizia ha arrestato questa mattina alla stazione di Torino Porta Nuova il presunto assassino di Mohamed Ibrahim, il 25enne bengalese trovato decapitato ieri nel suo appartamento di Corso Francia nella città sabauda. Si tratterebbe di un trentenne, connazionale del defunto, fermato dagli agenti mentre scendeva da un treno proveniente dalle Valle di Susa.
Arrestato presunto assassino del bengalese decapitato
La vittima dell’orrendo omicidio è Mohammad Ibrahim, 25 anni, un giovane lavapiatti impiegato in un ristorante di Collegno. La decapitazione è avvenuta nella serata di martedì. E’ stato il coinquilino a ritrovare il corpo decapitato del bengalese: la scoperta è avvenuta poco dopo mezzanotte. L’uomo stava rientrando a casa dopo aver smontato dal turno nello stesso ristorante in cui lavorava la vittima.
Per risalire al colpevole gli investigatori hanno scandagliato a fondo gli ambienti della comunità bengalese torinese, interrogando per lungo tempo i coinquilini del decapitato, tutti suoi connazionali. L’interrogatorio del fermato è programmato in procura per le 15.
Il ricordo degli amici
«Un bravo ragazzo, un giovane passava le sue giornate a lavorare», così lo hanno ricordato gli amici. Un delitto che ancora rimane senza movente. «Forse è stato un tentativo di rapina», azzarda qualche conoscente del bengalese decapitatp. Il killer, fa sapere Repubblica, è riuscito a scappare dall’appartamento immediatamente dopo aver commesso il delitto. Le caratteristiche delle ferite inferte per spiccare la testa dal corpo di Mohammad sono riconducibili all’utilizzo di un machete.
In Italia dal 2014
Il giovane era approdato in Italia da solo nel 2014, lasciando la moglie in Bangladesh. «Era tornato a casa due volte durante il lockdown perché qui non c’era lavoro. In Bangladesh aspetta un bambino», prosegue il racconto degli amici. «Mohammad non farebbe del male a nessuno, non aveva nemici», dicono. Il coinquilino era tornato a casa intorno a mezzanotte, trovando il corpo del giovane bengalese decapitato e riverso per terra. Alla vista del cadavere dell’amico, l’uomo era sceso in strada urlando e chiedendo aiuto. Le forze dell’ordine, intervenute per compiere le opportune rilevazioni sul luogo del delitto, hanno isolato le impronte digitali del coinquilino per escluderle dalla lista delle possibili tracce lasciate dell’assassino.
Cristina Gauri
1 commento
Che si cominci ad indagare seriamente anche su certi giri estorsivi che partono dalla madrepatria degli immigrati in particolare asiatici…