Roma, 1 giu – “Una grande occasione per 60 milioni di italiani che vogliono una giustizia giusta“: così Matteo Salvini annuncia la raccolta firme per il referendum sulla giustizia presentata insieme al Partito radicale. “Dal 2 luglio saremo in tutte le piazze italiane insieme al Partito radicale a raccogliere firme perché siano gli italiani a decidere, con il referendum che è la forma di partecipazione più trasparente che ci sia, che vogliono una giustizia giusta”. Sarà la volta buona? Se così fosse, i sei quesiti referendari fanno già tremare le toghe (politicizzate).
Salvini presenta il referendum sulla giustizia
“Questi non sono referendum contro i magistrati ma con i magistrati, referendum che vogliamo portare avanti con la parte sana della magistratura”. Il leader della Lega presenta la campagna di raccolta firme. “Stiamo preparando il primo weekend di partecipazione, il 2 e il 3 luglio contiamo di raccogliere centinaia di migliaia di firme. E l’invito è aperto a tutte le forze politiche, Pd anche 5 Stelle. Leggo in questi giorni della conversione sulla via del garantismo da parte di qualche 5 stelle, tutto è possibile”. Salvini spiega che “l’obiettivo non sono 500mila ma raccogliere un milione di firme. Mi hanno scritto anche alcuni esponenti del Pd e dei 5 stelle. Penso che ci saranno adesioni bipartisan. Spero che non si parta con il pregiudizio”, avverte il leader della Lega. I quesiti referendari sono sei, ognuno dei quali, per essere sottoposto al voto popolare, deve essere firmato da almeno 500mila elettori.
Il leader della Lega cita Gaber: “Libertà è partecipazione”
Salvini elogia il Partito radicale, “che ha una tradizione di partecipazione, democrazia, trasparenza, di popolo vero, non quello dei salotti. Mi ha da subito affascinato l’idea di mettere insieme il meglio della storia di due forze diverse ma che su questo hanno una idea di Italia” condivisa. Nella conferenza di presentazione dei quesiti referendari, che il 3 giugno saranno depositati in Cassazione, il leader della Lega spiega: “Si dice che la legge è uguale per tutti, vorrei lo fosse davvero ma ho l’impressione che non sia così. Il referendum, sostiene, è “un aiuto, uno stimolo al governo e al Parlamento. Penso che i referendum siano la più bella, democratica, trasparente, partecipata forma di democrazia diretta. Cito Giorgio Gaber: libertà è partecipazione…“. Insomma, chiarisce, “questi sono temi di cui il Parlamento purtroppo non si sta occupando. Abbiamo scelto di non togliere al Parlamento i temi su cui sta lavorando. E un aiuto al ministro Cartabia su cui contiamo“.
“Tagliare le unghie alle correnti, chi sbaglia paga, processi più veloci”
Poi Salvini commenta alcuni dei sei quesiti referendari. “Tagliare le unghie alle correnti che lottizzano le procure, la responsabilità civile dei magistrati che, se sbagliano, devono pagare e processi più veloci. Insomma referendum per una giustizia giusta”. Per l’ex ministro dell’Interno, “ai magistrati bisogna dare dei tempi che devono rispettare. Dare ai giudici dei tempi come qualsiasi lavoratore: dare dei premi a chi lavora nei tempi giusti e punizioni a chi non li rispetta”.
I sei quesiti referendari che fanno tremare le toghe
Nello specifico, i sei quesiti referendari riguardano: responsabilità civile dei giudici, separazione delle carriere dei magistrati, custodia cautelare, abrogazione della legge Severino, abolizione della raccolta firme per le liste magistrati, voto per i membri non togati dei consigli giudiziari.
I 5 Stelle, dal canto loro – neanche a dirlo -, chiedono che la riforma della giustizia si faccia in Parlamento. I grillini in realtà non hanno alcuna intenzione di rivedere il “fine processo mai” – l’obbrobrio sulla prescrizione del manettaro Bonafede – e rinunciare al loro giustizialismo alla Italia dei Valori di Di Pietro – di cui sono gli eredi. Ragion per cui, Salvini aggira l’ostacolo con il referendum.
Adolfo Spezzaferro
3 comments
Manca la cosa più importante: la Cassazione deve poter intervenire nel merito, altrimenti certi giochetti si perpetuano comunque. Soprattutto se si richiede la velocità di giudizio.
si sono dimenticati anche altri referendum:
quelli che portano una VERA giustizia,per esempio non permettendo ad un bastardo come brusca di uscire dal carcere.
impedendo gli sconti di pena per buona condotta,
impedendo lo sconto di un terzo della pena per il rito abbreviato
(piuttosto mettiamo un AUMENTO di un terzo,per chi vuole il rito ordinario:
così se è VERAMENTE innocente opterà per quello,mentre se è colpevole finirà dentro senza intasare i tribunali per anni)
togliamo la legge sulla continuazione del reato:
se rubi una macchina per fare una rapina a mano armata e poi durante la fuga speroni la macchina della polizia cercando di scappare,
NON ESISTE che vieni giudicato cumulativamente:
ti becchi 4 anni per il furto dell’auto,
altri sei o sette per la rapina a mano armata,
altri cinque per il tentato omicidio della polizia durante la fuga,e almeno un altro paio per la resistenza all’arresto….
e te li fai dentro,tutti….CONSECUTIVAMENTE.
risultato,per una serie di reati che oggi comportano una pena di tre o quattro anni reali,
te ne becchi 17:
e per 17 anni hai finito di fare danni.
….
se fai furti in appartamento,e hai 10,20…50 furti sul groppone,quando ti prendono se anche ti danno il minimo possibile per OGNI furto,tu NON esci più di galera.
se sei un rissaiolo e per divertirti metti le mani addosso a dei poveri cristi,NON è un reato minore,e non si deve aspettare che finisca in un omicidio come con i fratelli bianchi:
quando ci sono le prove di devono far capire che NON è un divertimento produttivo: con tre o quattro anni dentro,per OGNI aggressione.
così deve lavorare,la giustizia:
deve essere TEMUTA,dai delinquenti.
e deve essere una baluardo a difesa degli onesti e della brava gente.
…questi referendum sono solo un primo,timido passettino in avanti,
ma lavorano ad alta quota:
QUAND’E’ che faranno dei referendum per rendere l’azione penale…
certa e severa come deve essere,per diventare efficace?
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