Roma, 19 mag — Uomini, iniziate a preoccuparvi per il vostro pene: tra i tanti strascichi lasciati dal Covid ve ne sarebbe uno che riguarda l’apparato genitale maschile. Si parla di disfunzione erettile, per la precisione, della cui insorgenza il Coronavirus sarebbe responsabile e che potrebbe perdurare per alcuni mesi dopo l’avvenuta guarigione.
La scoperta è stata fatta da gruppo di scienziati dell’Università di Miami che ha analizzato il tessuto del pene di due pazienti guariti dal Covid. I campioni analizzati presentavano entrambi tracce del virus anche più di sei mesi dopo il manifestarsi dei sintomi. Nessuno dei due soffriva di disfunzione erettile prima dell’infezione Covid-19. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista World Journal of Men’s Health.
Disfunzioni del pene dopo guarigione dal Covid
Partendo dal presupposto che il virus può danneggiare i vasi sanguigni e gli organi interni, gli scienziati hanno concluso che il Covid possa impedire il normale afflusso di sangue ai corpi cavernosi del pene, rendendo difficile l’erezione. «Abbiamo scoperto che gli uomini che in precedenza non avevano problemi, hanno sviluppato una disfunzione erettile piuttosto grave dopo l’inizio dell’infezione da Covid», dice Ranjith Ramasamy, a capo dello studio. «Questo suggerisce che gli uomini che sviluppano un’infezione da Covid dovrebbero essere consapevoli che la disfunzione erettile potrebbe essere un effetto avverso del virus».
C’è anche uno studio italiano
Allo stesso modo, da un piccolo studio condotto in Italia il mese scorso è emerso che «gli uomini che si stavano riprendendo da Covid avevano sei volte più probabilità di soffrire di disfunzione erettile». «Questo studio fornisce ora la prima prova che il virus può essere trovato nel pene, anche se solo in due uomini», dichiara Allan Pacey, esperto di fertilità maschile presso la Sheffield University del Regno Unito.
Ce n’è per chiedere studi più estesi e approfonditi, insomma. Lo sostiene Salvatore Sansalone, responsabile del Centro di Fertilità Maschile della clinica Sanatrix di Roma e specialista in Urologia e Andrologia. «E’ fondamentale cercare di comprendere se e quali danni l’infezione Covid-19 può provocare sia sulla sfera sessuale che sulla fertilità», avverte, «E’ da valutare se Covid abbia potuto danneggiare la vascolarizzazione del pene o se c’è una correlazione con condizioni preesistenti. Ma questa è la strada. Covid-19 colpisce tantissimi organi. Purtroppo non sappiamo bene se i postumi dell’infezione possano comportare disturbi anche della sfera sessuale e della fertilità per mesi o anni».
3 comments
C’è anche un altro guaio… a molti sono caduti pure i c……i.
Ma tanto arrivano i clandestini; ora si scopre il perché della politica migratoria dei sinistri. Più clandestini, meno attività bianca, più trombo nero = (uguale): scomparsa della civiltà e restaurazione della barbarie.
Continua la campagna di terrore sul virus con i “potrebbe” “dovrebbe” etc. basati su studi senza alcun significato statistico concernendo addirittura solo 2 casi!!Non viene detta nemmeno l’età ma se si trattasse di ottantenni(che rappresentano quasi il 90% dei morti) è normale che dopo una lunga malattia e convalescenza l’erezione non è come prima!!