Roma, 18 mag – Franco Battiato ha lasciato questa dimensione per seguire “le scie delle comete”. Ma prima di farlo ha decisamente plasmato il mondo che lo ha circondato. Sebbene le parole delle sue canzoni siano state usate spesso a sproposito, vittima eccellente di ciò è La Cura che ha ormai fatto la fine di un biglietto dei Baci Perugina, l’opera del bardo siciliano ha sempre avuto un’estensione verso l’alto che mai, però, è scaduta nello snobismo anti popolare. Anzi: Battiato amava le contaminazioni popolari, era un uomo ricco di humour che raccontava spassosi aneddoti sui colleghi vip. Per questo, più di molti altri artisti, è stato omaggiato così spesso in film, dischi e persino sketch comici.
5) La sua Ruby Tuesday sbarca ad Hollywood
Ruby Tuesday è un pezzo dei Rolling Stones del 1970. Battiato, nel 1999, l’ha fatta sua per il suo disco di cover Fleurs. Quello che nessuno si aspettava, però, è che la sua versione e non quella di Jagger e soci sarebbe stata scelta per il film I figli degli uomini del 2006, diretto dal premio Oscar Alfonso Cuarón. “Ho cercato di catturare attraverso la musica l’essenza britannica; tutte le canzoni presenti nella colonna sonora sono inglesi, anche se nel caso dei Rolling Stones e dei Beatles sono state rifatte da altri”, rivela Cuarón. Troneggia la cover del nostro Battiato di Ruby Tuesday. “Battiato mi provoca una emozione profondissima” disse lo stesso regista “Credo che la sua interpretazione sia più bella di quella dei Rolling Stones!“.
4) Fiorello diventa Battiato
So che ai fan più snob darà fastidio, ma molti italiani hanno approfondito o preso in simpatia il cantautore siciliano grazie ad un altro siciliano, Fiorello, che nella sua carriera radiofonica ha fatto diventare l’autore di Summer on a solitary beach uno dei suoi cavalli di battaglia. Tra dadaismi metafisici e pistacchi berberi, Battiato gradì così tanto la sua parodia da prestarsi ad un divertentissimo sketch del conduttore. Addirittura, prima della telefonata in cui Fiorello l’avrebbe impersonato per l’ennesima volta, Battiato esorta il comico a chiamare, dicendo: “E chiamalo sto stronzo!”. Si, dandosi dello stronzo da solo. Chapeau (e risate).
3) L’ossessione di Moretti
Nanni Moretti sembra aver vissuto una vera e propria ossessione per Franco Battiato, tanto da averlo inserito “via” catalogo musicale in ben tre dei suoi film più famosi. Il primo omaggio arriva con Scalo a grado inserita in Bianca (1984), dove è la colonna sonora di una scialba domenica in spiaggia dell’alter ego di Moretti, Michele Apicella. E’ poi la volta de I treni di Tozeur in La messa è finita. Arriva poi l’indimenticabile e divertente omaggio a E ti vengo a cercare in Palombella rossa: Moretti/Apicella prima la canticchia nel traffico, poi durante un comizio, e alla fine la canta a pieno cuore tutto il pubblico di una partita di pallanuoto.
2) La stagione dell’amore viene e va (dai punk a Verdone)
Correva l’anno 1999 e Riccardo Milani mise su pellicola il romanzo di Silvia Ballestra La guerra degli Antò. Film divertentissimo, pieno di battute diventate cult, che ruota attorno a un gruppo di punk di Montesilvano, in Abruzzo, tra voglia di scappare e bisogno di tornare a casa. Nel finale del film il Maestro si palesa grazie alla Piccola Orchestra Avion Travel che accompagna i punk abruzzesi in una malinconica passeggiata sulla spiaggia sulle note de La stagione dell’amore. Pezzo che torna, più di recente, in Benedetta Follia di Carlo Verdone, del 2018: le note fanno da sottofondo di un timelapse del protagonista solo (e triste), al tavolo di un ristorante. Sarà per la malinconia latente che dai tempi di Compagni di Scuola in poi è la miglior versione di Verdone, o sarà per il capolavoro di Battiato, fatto sta che è una delle scene più belle partorite dal regista romano negli ultimi dieci anni.
1 Battiato e le tette della Berté
Come annunciato e dimostrato in questa classifica, Battiato aveva molto senso dell’umorismo: una dote sottile, sorniona, molto siciliana. Parlare poco ma tirare fuori l’assurdo in pochi tratti. Fu lo stesso cantautore a ricordare un aneddoto folle su lui e Loredana Berté davanti al quale è difficile trattenere una risata. In un’intervista raccontò: “La incontro in aereo e mi fa: “A Battià, dove vai?”, “Dove vai te?” rispondo. Poi parliamo e la guardo un secondo di troppo. Lei scorge ammirazione, si alza il pullover e senza preavviso mi fa vedere le tette. “Loredana, ti dico la verità, sono bellissime”. Avrei voluto uno specchietto retrovisore puntato sugli altri passeggeri”. Oggi la Berté stessa ricorda l’episodio e lo saluta a modo suo: “Buon viaggio Franco” scrive oggi l’interprete di Sei bellissima “Oltre al genio ricordo la tua grande ironia e sono sicura che un’immagine di me la porterai sempre con te: le mie tette sul volo per Mosca“.
Ilaria Paoletti