Roma, 26 apr – L’Italia da oggi è quasi tutta in zona gialla e scattano i controlli per le riaperture, mentre si scatena lo scontro nella maggioranza sul coprifuoco. Da oggi in zona gialla ripartono le attività all’aperto, dallo spettacolo alla ristorazione. Ma appunto con il coprifuoco alle 22. Gli studenti di tutte le scuole e le università tornano in presenza, tranne che nelle zone rosse. Dal 15 maggio riprendono a funzionare stabilimenti balneari e piscine scoperte. Il 1 giugno tocca alle palestre anche al chiuso, a luglio via libera alle fiere. Per spostarsi tra le regioni di colori differenti arriva un “pass”, sul modello del ‘green pass” europeo. Lasciapassare che si ottiene in virtù di una di queste condizioni: avvenuta vaccinazione, esecuzione di un test negativo nelle ultime 48 ore, avvenuta guarigione dal Covid.
Giro di vite sui controlli, le circolari del capo della Polizia e del Viminale
E con le riaperture scatta il giro di vite sui controlli. A partire da oggi vanno “intensificate le attività di controllo” e, in particolare, è necessario organizzare i servizi “graduandoli in ragione della classificazione ‘a rischio’ delle aree e delle conseguenti misure prescrittive cui le stesse sono sottoposte”. Così il capo della Polizia Lamberto Giannini nella circolare ai questori che accompagna quella del capo di gabinetto del ministero dell’Interno.
Nel mirino locali, reti stradali, centri storici
Giannini chiede anche che vengano messe in campo “specifiche attività di controllo” nei locali e lungo la rete stradale e autostradale, soprattutto al confine tra le regioni rosse e arancioni, nonché in aeroporti e stazioni. Ma anche controlli nei locali per il rispetto delle norme anti-Covid e interventi mirati nelle piazze e nelle zone della movida, per impedire assembramenti. In tal senso il Viminale dispone “mirati interventi operativi in prossimità dei quadranti urbani maggiormente interessati, specie nelle grandi città, da fenomeni di aggregazione in occasione del fine settimana e delle giornate festive e prefestive”.
Accessi regolamentati in centro
Nelle grandi città, dove nell’ultimo fine settimana grazie al bel tempo la gente si è riversata nei parchi, ci saranno controlli e accessi regolamentati nelle aree del centro proprio in vista delle riaperture di bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, cinema, teatri e musei. Come scrive il capo di gabinetto Bruno Frattasi, gli oltre 70mila uomini delle forze di polizia a disposizione dovranno concentrare i controlli in primo luogo su “tutte le attività” che riapriranno a partire da oggi.
Caos sul coprifuoco: si può restare al ristorante fino alle 22?
Sul fronte del coprifuoco, resta in vigore l’orario 22-5, ma l’attività di ristorazione in zona gialla è consentita “con consumo al tavolo esclusivamente all’aperto e nella fascia oraria compresa fra le 5 e le 22”, in massimo di quattro persone salvo persone conviventi. Questo comporta che uno sforamento di poche decine di minuti per rientrare a casa dopo aver cenato fuori, non sarà sanzionato. Il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, in una intervista al Messaggero, chiarisce che “chi va a cena fuori può stare tranquillamente seduto al tavolo fino alle 22 e poi, una volta uscito dal locale, far ritorno a casa senza alcun rischio di ricevere sanzioni”.
Viminale contro la Gelmini: “Ritorno a casa alle 22, anche per chi cena all’aperto”
Non è d’accordo il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia: “La legge e la circolare del Viminale è chiara e ora prevede il ritorno a casa proprio alle 22, anche per chi cena all’aperto. Se c’è qualcosa da dire sugli aspetti di sicurezza non è il caso lo faccia il ministro per gli Affari regionali. In Italia l’unica voce credibile e autorità competente in questo senso è quella del ministro dell’Interno. Evitiamo pertanto interpretazioni personali che possano creare confusione tra i cittadini e mettere in difficolta le forze dell’ordine. Il coprifuoco al momento è alle 22″. In sostanza, chi darà retta alla Gelmini rischierà una sanzione.
E’ polemica sul caffè al bar: è permessa la consumazione al bancone?
Altra polemica è scattata poi sul caffè al bar in quanto il decreto conferma il divieto di consumazione al bancone, come già previsto dal Dpcm del 2 marzo. Una decisione “grave” secondo Claudio Pica, vicepresidente della Fiepet-Confesercenti. Ma anche in questo caso c’è la solita confusione. Infatti, secondo la circolare del Viminale che ha chiarito regole specifiche per i bar è consentito il servizio ai tavoli all’aperto e anche al bancone. Ma solo “in presenza di strutture che consentano la consumazione all’aperto”. Altrimenti, solo servizio ai tavoli e asporto, ammesso fino alle 18.
Nei locali al chiuso non si entra neanche in caso di pioggia o per andare al bagno
Fa specie poi che l’accesso ai locali al chiuso dei ristoranti che fanno servizio all’aperto è vietato, anche in caso di pioggia. Persino andare al bagno è permesso solo in casi di emergenza. Rimangono invariate le regole in zona arancione e rossa, dove bar e ristoranti restano chiusi e possono effettuare l’asporto di cibo e bevande (fino alle 18 dai bar e fino alle 22 da enoteche, vinerie e ristoranti). È sempre consentita la consegna a domicilio di cibo e bevande.
Adolfo Spezzaferro
1 commento
Per me è gravissimo che si continui a discutere, e che pian piano diventi “normalità”, questo certificato verde