Roma, 25 apr – Il 25 aprile divide tutti anche quest’anno. E a Porta San Paolo, a Roma, sono volati spintoni, insulti e schiaffi tra comunità ebraica e altri manifestanti antifascisti. Il tutto durante la celebrazione di un giorno che continua a generare fratture, anche fra chi lo festeggia. Non è la prima volta che accade, anzi. Più o meno ogni anno si verificano attimi di tensione, quando non vere e proprie risse in piazza tra filoisraeliani e filopalestinesi. E anche stavolta, giusto per mantenere viva quella che ormai è una sorta di tradizione, si è verificata la classica scenata.
25 aprile, la comunità ebraica rivendica il blitz
Il tutto è iniziato con un blitz rivendicato dalla comunità ebraica. “Porta San Paolo è anche nostra. Con un blitz ed insieme ad un gruppo di volontari ebrei di Roma ci siamo ripresi Porta San Paolo ed abbiamo deposto una Corona sulla lapide che ricorda il sacrificio di coloro che hanno combattuto per la libertà Partigiani, truppe Alleate e Soldati della Brigata Ebraica. Per quest’ultimi abbiamo recitato un Kaddish ed intonato l’Hatikvà (Inno nazionale dello Stato d’Israele) ed abbiamo poi ricordato da cittadini italiani, tutti i partigiani e cantato l’inno nazionale italiano”. E’ quanto scritto su Facebook da Riccardo Pacifici, ex presidente della Comunità Ebraica Romana.
Pacifici: “Anpi sorpreso da nostra presenza”
“Il tutto nel cuore di Porta San Paolo e dietro il palco allestito dall’Anpi romana sorpresi ed increduli per la nostra presenza. A onor di verità – dice Pacifici – non ci hanno detto nulla e ci siamo scambiati con tutto staff del loro servizio d’ordine gli auguri di buon 25 Aprile”. Ma come mai allora gli organizzatori dell’Anpi erano increduli di vedere i rappresentanti della comunità ebraica? Non sono tutti, allo stesso modo, antifascisti? Mistero. “Stiamo tornando – dice ancora Pacifici – da oggi questo sarà il nostro slogan stanchi doverci rinchiudere. Non dobbiamo più nasconderci ed è bene che si sappia che la Città di Roma ,così come ogni piazza in Italia è anche nostra. Personalmente dedico questo blitz a tre valorosi uomini. Zi Moretto, Roberto “Pucci” e al Partigiano , già presidente Anpi, Massimo Rendina che sempre ricordava i soldati della Brigata Ebraica ogni 25 aprile. Onore ad ognuno di loro e che sia il ricordo delle loro azioni di benedizione”.
Alessandro Della Guglia
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Buon sangue non mente.