Roma, 19 mar – Terremoto nelle Sacre Stanze tedesche: uno scandalo pedofilia di proporzioni gigantesche travolge l’Arcidiocesi di Colonia. Lo rivela un’indagine indipendente sulla gestione degli abusi sessuali commissionata dall’arcivescovo, il cardinale Rainer Maria Woelki.
Uno tsunami di abusi
I numeri che emergono dal dossier sono terrificanti: 314 vittime di violenze perpetrate da 202 i responsabili tra il 1975 e il 2018. Uno tsunami di abusi, abbattutosi su centinaia di minori e compiuti per il 63% da appartenenti al clero. «Mi vergogno profondamente», ha dichiarato Woelki, stigmatizzando duramente anche «l’occultamento» dei crimini avvenuti nei decenni precedenti.
Le prime due epurazioni
Gli orrori perpetrati si snodano lungo le 800 pagine e i 236 fascicoli di un rapporto realizzato dallo studio legale Gercke & Wollschläger. La prima decisione presa dal porporato è stata quella di esonerare temporaneamente il vescovo ausiliare, monsignor Dominikus Schwaderlapp, e il vicario giudiziale, padre Günter Assenmacher. I due si sarebbero macchiati di «violazioni di obblighi d’ufficio».
Omissioni e insabbiamenti
Schwaderlapp si è immediatamente rivolto a Papa Francesco per avere «il suo giudizio», offrendo a Bergoglio la rinuncia all’incarico, perché «non posso essere giudice della mia stessa causa». Omissioni o insabbiamenti degli abusi sarebbero a carico anche del pastore di Amburgo Stefan Hesse e dell’ex vicario generale di Colonia Norbert Feldhoff, così come il cardinale arcivescovo già deceduto Joseph Höffner (1906-1987). Sulle medesime orme di Schwaderlapp, anche Hesse avrebbe offerto la propria rinuncia al Pontefice, chiedendo l’effetto immediato della rimozione dal proprio ruolo.
Si allungano ombre anche sulla memoria di Joachim Meisner, morto nel 2017: lo stesso Woelki avrebbe definito la sua gestione degli abusi emersi a Colonia «fallimentare». Nel dossier non emergerebbe alcuna responsabilità da parte di Woelki, che ha consegnato una copia del rapporto anche a Peter Bringmann-Henselder del consiglio consultivo per le vittime di abusi sessuali della diocesi: «Abbiamo dovuto aspettare a lungo, troppo a lungo come vittime, per questo importante passo di chiarimento. Ma oggi sono felice che almeno questa prima promessa sia stata mantenuta».
Cristina Gauri
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Sant’Eriberto pensaci tu.