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Un aiuto dal Giappone per le infrastrutture dell’Etiopia

by Giuseppe De Santis
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Roma, 7 mar – Quando si parla di donazioni all’Africa è facile pensare alla Cina. Il gigante orientale in passato ha fatto generose donazioni (non sempre disinteressate) e tutt’ora è molto attivo nel campo della cooperazione. Per quanto importante, però, la Cina non è l’unico grande donatore di aiuti. Sia pur in misura minore anche altre nazioni asiatiche danno il loro contributo. Tra questi è degno di nota il Giappone che, di recente, ha donato 4,8 milioni di dollari all’Etiopia per migliorare la sua rete stradale.

4,8 milioni dal Giappone per le strade dell’Etiopia

Come in altri contesti africani, anche dalle parti di Addis Abeba la crescente urbanizzazione e l’aumento del numero di veicoli ha fatto aumentare il traffico. Per risolvere questo problema il governo del Giappone ha fatto questa donazione all’Etiopia così da rendere le vie scorrevoli e ridurre i costi di manutenzione. La cooperazione tra i due Paesi non si limita solo a ridurre il traffico, ma anche a fornire asfalto di alta qualità così da renderlo più resistente all’usura del tempo e al passaggio dei veicoli.

La donazione è parte di un piano più ampio che si pone come obiettivo quello di fornire aiuti per migliorare la vita della popolazione locale. Altre donazioni sono state fatte nel campo delle infrastrutture, dell’agricoltura, dell’industria, dell’educazione e del settore sanitario.

Il Giappone opera non solo in Etiopia, ma è da tempo attivo nel campo della cooperazione internazionale. Diverse sono state le iniziative prese in tal senso. La più rilevante è senza dubbio quella del sostegno a numerosi progetti per migliorare la resa delle colture di riso. Obiettivo aiutare l’Africa a diventare autosufficiente nella produzione di questo alimento, estremamente importante e diffuso nelle diete locali, tramite nuove sementi e tecniche innovative. Con benefici non solo per la sicurezza degli approvvigionamenti ma anche per l’economica, dato che limita (quando non evita proprio) il ricorso alle importazioni.

Giuseppe De Santis

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