Roma, 8 gen – Il giornalista sportivo John Feinstein lancia un appello al mondo del golf perché «scarichi» Donald Trump, appassionato giocatore, dopo l’occupazione del Congresso da parte dei suoi supporters. «La PGA of America* cambi sede al PGA Championship 2022, lo porti via dal Trump National di Bedminster, nel New Jersey. Lo annunci oggi e chiarisca una volta per tutte: non vogliamo aver più nulla a che fare con l’ormai prossimo ex presidente Donald J.Trump».
Che il golf scarichi Trump
La chiamata, secondo quanto sostiene Feinstein, non ha motivazioni politiche: «Non è più una questione su da che parte stare, su chi abbiamo votato. Siamo davanti a un uomo che ha incoraggiato – quasi ordinato – i suoi sostenitori a tentare una specie di golpe contro il governo degli Stati Uniti», accusa. E poi parte la reprimenda contro il mondo del golf, che avrebbe dovuto prendere esempio dal basket e «fare di più in risposta alla morte di George Floyd, di Breanna Taylor e al movimento Black Lives Matters. Ci sono, ovviamente, quelli che paragoneranno i fatti di Capitol Hill ai disordini provocati dal movimento BLM. Non difenderemo mai alcun tipo di violenza o distruzione, ma qui non il paragone non regge», prosegue.
Il privilegio bianco nel golf
Secondo il giornalista il golf sarebbe soggetto a quello che i progressisti chiamano il «privilegio bianco». Una colpa imperdonabile, che va lavata facendo ammenda, sostenendo il Black lives matter e naturalmente distanziandosi da Trump: «Il golf è il più bianco tra più sport, in termini di giocatori, media e fan. Il golf è, senza dubbio, anche lo sport più orientato a destra, se le elezioni 2020 fossero state limitate al PGA Tour, non c’è dubbio che Trump avrebbe vinto facilmente. Icone come Jack Nicklaus e Tom Watson hanno sostenuto Trump con grande entusiasmo», ammonisce. «Oggi siamo davanti a un’altra possibile svolta: stare lontani dall’uomo Donald Trump, non dal Donald Trump politico. Così diventerà chiaro a tutti che chi incita alla violenza per qualsiasi ragione in qualsiasi situazione futuro non è il benvenuto nel golf».
Cristina Gauri