Monaco, 25 feb – Clint Eastwood non cessa mai di sorprendere. Questo repubblicano sui generis, idolo dei conservatori americani ma spesso eterodosso su molti aspetti dell’ideologia della destra statunitense, ha ultimamente espresso diverse critiche alla politica estera di Washington.
Parlando da Monaco, l’attore e regista americano ha dichiarato: “Noi vogliamo continuamente formare altre culture alla democrazia nonostante il fatto che esse abbiano una mentalità del tutto differente dalla nostra. Forse certe culture hanno bisogno di un dittatore affinché il loro sistema funzioni”.
Per Eastwood, “i problemi si presentano quando a un certo punto i dittatori non pensano ad altro che ai loro interessi a detrimento di quelli del popolo. Gli Usa hanno deposto Saddam Hussein, ma in fin dei conti ne è arrivato un altro al potere, ugualmente terribile se non peggio”.
Secondo il regista di American Sniper, “la stessa cosa è successa in Libia. Noi pensavamo di essere i salvatori, ma ora quel paese va davvero meglio? Alla fine vi regnano il caos e la guerra e le milizie islamiste mantengono il terrore. Gheddafi era un tiranno, certamente. Ma almeno la gente viveva in pace sotto il suo regime. Ora la regione è ancora più instabile”.
Giorgio Nigra
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[…] Secondo il regista di American Sniper, “la stessa cosa è successa in Libia. Noi pensavamo di essere i salvatori, ma ora quel paese va davvero meglio? Alla fine vi regnano il caos e la guerra e le milizie islamiste mantengono il terrore. Gheddafi era un tiranno, certamente. Ma almeno la gente viveva in pace sotto il suo regime. Ora la regione è ancora più instabile”. FONTE […]
l’America non ha mai inteso realmente esportare democrazia..ha cercato di esportare il “cambio di regime” – fosse dittatoriale come in Irak e Libia o democraticamente eletto come in Ucraina e in Macedonia – in quei Paesi il cui governo non era prono ai suoi voleri. Governi che, una volta bollati come nemici, vengono dipinti come tirannici, corrotti e sanguinari, a prescindere dal consenso che godono tra i rispettivi popoli e a prescindere dal male peggiore che può causare il loro violento abbattimento.
Le monarchie assolute del Golfo – i migliori alleati degli USA -stanno a dimostrare che della democrazia gli USA se ne infischiano. L’ideologia dell’esportazione della democrazia, supportata de una propaganda formidabile, è però un’ottimo pretesto per creare consenso alle guerre e ai bombardamenti