Roma, 16 dic – Enrico Ruggeri è uno dei pochi cantanti in Italia a non avere paura di assumere posizioni politicamente scorrette. Uomo libero, “punk prima di noi” e per questo accusato spesso di “fascismo” da quel mondo dello spettacolo omologato a sinistra, anche all’epoca della pandemia non ha paura di esprimere un pensiero originale e “libertario”. Per molto meno di questi tempi ci si becca l’epiteto di “negazionista”. Anche per questo Nicola Porro lo ha invitato nello studio di Quarta Repubblica, approfittando della disponibilità dell’ex cantante – che in queste settimane sta promuovendo il suo ultimo romanzo dal titolo Un gioco da ragazzi – per realizzare un’intervista politicamente scorretta.
Enrico Ruggeri: “Covid? La nostra società non accetta la morte”
“Siamo in una società che non accetta la morte, né invecchiare e morire. L’unico principio sacro e inviolabile è ‘pensa alla salute'”, esordisce in punta di fioretto Enrico Ruggeri. “Pensa a Cristoforo Colombo, pensa a quelli che hanno combattuto per una idea: l’hanno fatto perché non pensavano alla salute. E’ chiaro che uno cerca di vivere meglio possibile, di salvaguardarsi, ma muoiono 400-500 persone di cancro al giorno, di problemi cardiovascolari etc. Sorrido se vedo uno con mascherina che magari ha una alimentazione disastrosa, fuma e non si è mai premurato di nulla. Mi hanno minacciato di morte per le mie posizioni, ‘morirai di Covid così capirai’ mi hanno detto. Capisco che c’è un’emergenza, rispetto i protocolli, però mi preme ricordare non possiamo rinunciare a vivere per paura di morire. E’ contro natura”.
L’intervista di Porro a Enrico Ruggeri – video
Destra, sinistra e periferie
L’ex cantante dei Decibel è preoccupato per la formazione dei più giovani. “I nostri figli subiranno delle conseguenze tremende per anni. Il 50-60 per cento quello che noi siamo è frutto dell’esperienza tra i 13 e i 20 anni. Quando vedo mio figlio che dice ‘cosa esco a fare’ mi spavento. E’ come se apri le gabbie allo zoo, gli animali non escono subito perché sono disabituati. Questo non confrontarsi, questa assenza di socialità è un peso che i nostri figli porteranno per tutta la vita”. Porro domanda a Ruggeri se amare la libertà vuol dire essere etichettato come di destra. “Fino a trent’anni fa la sinistra difendeva i deboli, oggi alla periferia di Parigi votano la Le Pen e al centro votano Macron. Chi è a favore dice che la destra ora intercetta queste istanze, chi è contro dice c’è una destra populista che fa leva su pulsioni peggiori della gente”.
“Dei pescatori rapiti in Libia non se ne parla abbastanza”
Dopo aver criticato il conformismo della maggior parte dei cantanti, Ruggeri parla anche dei pescatori di Mazara del Vallo rapiti in Libia. “Io quando vedo una ingiustizia non ce la faccio. Sapere che sono 100 giorni che ci sono pescatori lontani da casa… che non fanno trend, che vanno a pescare per sfamare la famiglia. E’ fuor di dubbio che di questi 18 non si sia parlato quanto si doveva”. Ruggeri infine parla anche del presunto caso di razzismo nella partita di Champions tra Psg e Istanbul Basaksehir. “Razzismo? C’è una psicosi, in parte giustificata dalla storia. Però in romeno nero si dice ‘negru’. L’arbitro ha chiesto ‘chi è che è a far casino?’ Se fossi stato io avrebbe detto ‘quello pelato'”.
Davide Di Stefano