Roma, 11 dic – Il 22 dicembre il governo giallofucsia finirà in tribunale sul famigerato “piano segreto” anti-coronavirus. A comparire davanti ai giudici del Tribunale amministrativo del Lazio saranno i rappresentanti del ministero della Salute. Dovranno rendere conto del dossier che peraltro non è stato mai reso ufficialmente pubblico. Al Tar spetterà decidere se condannare il dicastero di Roberto Speranza a rendere noto il dossier, come chiesto dall’opposizione.
Il piano segreto anti-coronavirus
Tutta la vicenda ruota intorno al documento citato da Andrea Urbani in una famosa intervista dello scorso aprile rilasciata al Corriere della Sera. Il membro del Cts e direttore generale al ministero della Salute all’epoca ammise che nelle prime fasi dell’emergenza l’Italia si era attenuta a un “piano secretato” ben preciso, ma con previsioni sui contagi così drammatiche da tenere nascoste. Speranza, convocato dal Copasir, sminuì la questione definendo il piano “uno studio di previsione“.
Il ministero di Speranza non ha mai reso pubblico il dossier
La vicenda è oscura da allora. Infatti ai giornali che chiedevano al ministero e alla Protezione civile una copia del dossier in questione, il governo aveva rifilato uno studio realizzato da Stefano Merler, ricercatore della Fondazione Kessler, sull’evoluzione della pandemia. Un altro documento, dunque. Non il “piano segreto”. In tutto questo tempo il ministero della Salute ha continuato a nicchiare. I parlamentari decidono allora di ricorrere al Tar. Il ragionamento è :”Se hanno qualcosa da nascondere dovranno dirlo. Se non hanno nulla da nascondere, dovranno darci il documento“, spiegano al Giornale.
Dal canto suo, l’avvocatura dello Stato, che difende il ministero di Speranza, si è subito costituita formalmente in giudizio “per resistere al ricorso”. La battaglia legale dunque inizierà il 22 dicembre. Staremo a vedere se alla fine gli italiani potranno conoscere la verità su come il governo giallofucsia ha gestito la pandemia.
Adolfo Spezzaferro
1 commento
[…] è instaurata la fede cieca nella narrazione governativa e nella repressione che lo stesso governo, in totale autonomia dal parlamento, minaccia preventivamente nei confronti di tutti noi ed opera contro chi si rende responsabile […]