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Sfondone social di Severgnini contro Zangrillo: “Fornisci dati sbagliati”. E il primario lo asfalta così

by Cristina Gauri
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Milano, 29 ott – Quando non si riesce a svolgere il proprio mestiere con lucidità forse è meglio prendersi una vacanza – anche se lo ammettiamo, il periodo non è dei migliori. Sempre che si tratti di poca lucidità, chiaramente, e non di lassismo voluto e calcolato per dare sponda a una certa narrazione allarmista-apocalittica e soprattutto pro-lockdown nell’ambito dell’epidemia di coronavirus.

Il “mistero” dei codici verdi

Prendiamo ad esempio lo sfondone – quello sì, davvero apocalittico – di Beppe Severgnini, che nella giornata di ieri ha cercato di contestare le cifre relative all’affluenza dei sintomatici di Covid al pronto soccorso del San Raffaele snocciolate ieri da Zangrillo (primario della struttura). Zangrillo, durante l’ennesimo tentativo di portare calma e razionalità sul discorso, aveva affermato che la maggioranza dei pazienti risulta essere costituita da codici verdi. «Noi vediamo che il 60% dei pazienti che giungono in ospedale sono pazienti che vengono dimessi entro le 10 ore successive. Quindi sono i cosiddetti codici verdi». Il riferimento era chiaramente a coloro che accusavano una lieve sintomatologia da Covid-19, non tutti i pazienti del pronto soccorso. Il problema, in sunto, sta in tutti coloro che soffrendo di sintomi lievi, si rivolgono terrorizzati alle strutture ospedaliere, assediandole, invece di allertare il medico di famiglia.

Severgnini s’impunta

Apriti cielo: l’editorialista del Corriere, tutto gongolante e sicuro di avere colto Zangrillo il fallo, twitta, menzionando il professore e sostenendo che «le cose non stanno così. Questa la situazione nel Pronto soccorso del suo ospedale, mezz’ora fa». E correda il tweet di una screenshot che mostra i dati di affluenza del Irccs San Raffaele Generale. Codice rosso 7 persone, giallo 41, verde 38. Una prova schiacciante della tragicità del momento. Il pronto soccorso è un lazzaretto di ammalati Covid, Zangrillo sicuramente mente o per lo meno non sa fare il proprio lavoro.

…e Zangrillo lo bastona

Ma Zangrillo non si scompone e ribatte: «Gentile Dott. Severgnini, Il prospetto da lei presentato fotografa la presenza di pazienti in Pronto Soccorso suddivisa per codice di gravità. I positivi al SARS-CoV-2 rappresentano una parte. La attendo in Pronto Soccorso, anytime, per una sua eventuale verifica». I dati della schermata pubblicata da Severgnini, in sunto, riguardano l’affluenza totale dei pazienti, compresi i positivi al coronavirus. Risposta di Severgnini? Non pervenuta. Anche stavolta, i «professionisti dell’informazione» di cui gli italiani si dovrebbero fidare hanno colpito nel segno.

Cristina Gauri

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