Roma, 27 ago – Vladimir Putin, su richiesta di Lukashenko, ha deciso di formare “una riserva di agenti delle forze dell’ordine che possono andare in Bielorussia, anche se al momento non ce n’è bisogno”. Questo significa che la Russia “non è indifferente a ciò che sta accadendo in Bielorussia che è il Paese a noi più vicino”. E’ quanto dichiarato dal leader del Cremlino in un’intervista trasmessa dal canale tv Rossija 1. Le forze russe “non saranno inviate finché gli estremisti non cominceranno ad appiccare il fuoco ad auto e case. Partiamo dal presupposto che tutti i problemi in Bielorussia saranno risolti pacificamente. In generale la situazione si sta stabilizzando”, ha poi specificato Putin. Il messaggio è dunque chiaro: Mosca è pronta a mandare militari a Minsk per impedire colpi di mano.
I timori di Lukashenko
D’altronde per quanto i rapporti con Lukashenko si erano raffreddati nei mesi scorsi, al Cremlino preme la stabilità della Bielorussia e non può permettersi la caduta di un governo che viceversa vorrebbero togliere di mezzo in tanti, a partire da Polonia e Regno Unito, principali nemici di Mosca nella fattispecie e non soltanto. Difatti Lukashenko ha detto che contro Minsk è in atto “un massacro diplomatico ai più alti livelli”. E come reso noto dall’agenzia di stampa ufficiale Belta, questa mattina durante una riunione di governo, il presidente bielorusso ha fatto riferimento a “una guerra ibrida contro la Bielorussia“. Ci sono davvero strategie più che altro non convenzionali per abbattere il lungo “trono” di Lukashenko? Sia come sia, mai come adesso il potere del leader bielorusso scricchiola.
La frecciata di Putin
E’ altrettanto vero che nessuno sembra voler spingere sull’acceleratore per contrastarlo seriamente e quindi Putin coglie l’occasione per far notare che Mosca non intende mollare lo storico alleato. Lanciando tra l’altro una frecciata al fronte avversario: “Credo che la polizia bielorussa si stia comportando in modo piuttosto moderato. È normale che negli Stati Uniti sparino alla schiena a una persona disarmata?”. Ma il leader russo non ha escluso eventuali aperture di Lukashenko “a considerare la possibilità di realizzare delle riforme costituzionali, di adottare una nuova Costituzione, di tenere nuove elezioni sia parlamentari che presidenziali sulla base di questa nuova Costituzione”. Cosa che però non può avvenire su “pressioni della piazza”.
Zitto e “Mosca”
Ieri poi c’è stato un colloquio telefonico tra Conte e Putin, con Palazzo Chigi che ha fatto riferimento soltanto a una telefonata in cui si è discusso di Covid, Bielorussia, Ucraina, Libia, caso Navalny e relazioni bilaterali. Il servizio stampa del Cremlino ha però precisato che la conversazione si è tenuta su iniziativa italiana (Conte avrebbe dunque chiamato Putin) e che la Russia ha fatto presente a Conte che nessuno deve intromettersi in Bielorussia. “Nel corso dello scambio di vedute sulla situazione in Bielorussia dopo le elezioni presidenziali, la parte russa ha accentuato la controproduttività di qualsiasi tentativo di interferire negli affari interni della Repubblica di Bielorussia e di pressioni sulle sue autorità”, si legge nella nota del Cremlino.
Eugenio Palazzini
2 comments
Grande Putin, tutto quello che dovrebbe fare anche un Capo di Stato italiano, cioè difendere gli interessi nazionali, invece siamo rappresentati da una serie di personaggetti patetici servi di ogni potere forte mondialista internazionale!
La differenza che passa tra un vero leader ed un passa carte.