Roma, 11 lug – Tre notizie per altrettanti “gol” che fissano il risultato della gara di ritorno – dopo che quella di andata si era chiusa, con lo straordinario successo del Btp Italia, 1 a 0 – almeno sul 3-0 nei confronti del Mes. La prima: il Btp Futura, il cui collocamento si è appena chiuso, non fa il botto ma registra comunque buone adesioni dai risparmiatori. La seconda: il Bot a 12 mesi scivola in territorio negativo per quanto riguarda i tassi. Il corollario è che l’Italia non ha mai perso l’accesso ai mercati, anzi. Ce ne sarebbe abbastanza, insomma, per archiviare definitivamente il Mes, metterlo in soffitta e farla finita con le sue condizioni-capestro.
Il successo a metà del Btp Futura
Andiamo con ordine. La settimana appena conclusasi è stata quella del Btp Futura, il nuovo titolo emesso dal ministero dell’Economia destinato esplicitamente al finanziamento delle spese legate all’emergenza pandemia. Se ci si attendeva una domanda pari a 10 miliardi, l’asticella si ferma sensibilmente più in basso: appena sopra i 6, probabilmente per colpa di uno strumento del tutto nuovo, non allettantissimo dal punto di vista dei rendimenti e forse un po’ complesso da capire specie nel meccanismo di indicizzazione delle cedole alla crescita dei prossimi anni.
Va però detto che quasi 4 miliardi sono andati ai piccoli risparmiatori, cui il titolo era indirizzato e che hanno mostrato “un importante incremento del coinvolgimento”, spiegano da via XX Settembre. Tradotto: anche la clientela “al dettaglio” scommette sull’Italia, tanto da far ipotizzare un’ulteriore emissione nel corso dell’anno.
Il Bot aggiudicato a rendimento negativo
Ieri, oltre alla chiusura del collocamento del Btp Futura, è stata anche giornata di asta per il Bot a 12 mesi. E qui arriva la seconda notizia: per la prima volta da febbraio il rendimento è scivolato in territorio negativo, a dire che la fiducia nel rimborso del titolo di breve termine è così elevata che gli investitori sono disposti a pagare l’Italia purché prenda i loro soldi in prestito.
Che il Bot finisca sottozero non è cosa poco comune – specialmente in un’epoca di tassi tenuti sotto ghiaccio – ma va detto che non accadeva dalle emissioni del febbraio di quest’anno: non più tardi di aprile scorso l’asta si era chiusa con un rendimento pari allo 0,53%, mentre ora la tendenza sembra consolidarsi verso il basso.
I mercati scommettono sull’Italia: altro che Mes
Il combinato disposto di queste due notizie ci porta ad una facile, ma non banale, conclusione: l’Italia non ha assolutamente perso l’accesso ai mercati, non si trova quindi in condizione di dover elemosinare alcunché. Tantomeno al Mes e ad una sua presunta convenienza che non c’era, non c’è e non ci sarà mai. Oppure si può aspettare che venga varato il Recovery Fund: ancora in altissimo mare, con risorse che non arriveranno prima dell’anno prossimo. E di fronte alle quali è estremamente probabile che l’Italia rimanga comunque contribuente netta del carrozzone Ue.
Filippo Burla
1 commento
devono dare più tempo ai risparmiatori per comprare i titoli anche perché è difficile andare in banca.