Atene, 6 feb – Il tour europeo di Alexis Tsipras e del suo ministro Yanis Varoufakis ha toccato ieri la tappa più importante con l’incontro avuto con il ministro delle finanze tedesco Wolfagang Schauble che ha sancito un bilancio pressoché misero per quelle che erano le richieste greche. La netta chiusura dell’Ue e i rubinetti chiusi da parte della Bce potrebbero avere conseguenze importanti nello scenario politico internazionale.
Durante la conferenza stampa congiunta tenuta dai due ministri delle finanze, Schauble ha affermato che, sebbene la Germania rispetti l’esito delle elezioni greche e che riconosca la necessità di trovare un accordo con la Grecia, le misure annunciate dall’esecutivo guidato da Alexis Tsipras non vanno nella direzione giusta. La Germania non accetta alcuna ipotesi di rinegoziazione del debito greco, mentre Varoufakis, dal canto suo, ha affermato che “l’unica cosa che chiediamo è di non venir messi sotto pressione con un ultimatum. Dateci tempo fino alla fine di maggio o l’inizio dell’estate per poter mettere sul tavolo le nostre proposte di soluzione”.
In altri termini quel che chiede la Grecia è l’interruzione delle misure di austerità imposte dalla Troika, senza con questo smettere di ricevere i finanziamenti internazionali, almeno fino all’inizio dell’estate. Il tempo utile per mettere in campo quelle riforme che secondo l’esecutivo guidato da Tsipras, dovrebbero servire a rilanciare l’economia ellenica.
Varoufakis ha anche segnalato il pericolo di un’eventuale ascesa del totalitarismo in Grecia. Pericolo che la Germania conosce bene e che si insinua in situazioni di depressione economica e che Atene deve scongiurare dal momento che dopo Syriza e Nea Demokratia il terzo partito greco è Alba Dorata.
Trovatosi di fronte al rifiuto europeo e tedesco di concedere flessibilità e nuovi aiuti, Alexis Tsipras si è affrettato a chiamare Putin, probabilmente il suo migliore alleato nell’attuale scenario politico. Secondo la nota diffusa dalla presidenza del Consiglio greco, il colloquio telefonico tra i due leader è stato incentrato sulla necessità di rilanciare i rapporti economici tra Grecia e Russia e sull’urgenza di trovare una soluzione per la questione ucraina.
La Grecia potrebbe a questo punto non solo rivolgersi alla Russia per ottenere quei finanziamenti utili che l’Europa gli nega, ma, soprattutto, potrebbe imporre il diritto di veto di fronte alle probabili nuove sanzioni che la Russia rischia di vedersi appioppare. Per determinare nuove sanzioni europee alla Russia occorre, infatti, l’unanimità di tutti i Paesi membri della Ue e il voto greco potrebbe diventare determinante in tal senso.
Giuseppe Maneggio
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Giusto.