Roma, 6 feb – Un partito che muore mentre sta per affrontare il suo primo congresso di preteso “rilancio”: è la paradossale parabola di Scelta civica, il partito nato sulla spinta dell’agenda Monti, quando il professore bocconiano era incensato da tutti i media e sembrava l’uomo della provvidenza, ma poi ritrovatosi ben presto a corto di leader, di idee e di appeal.
Domenica Sc affronterà il suo primo congresso ma, sorpresa, ora scopriamo che presto il partito non esisterà più al Senato. Oggi infatti i senatori di Sc passeranno al Pd. Matteo Renzi ha necessità di blindare la situazione al Senato. In quest’ottica lancia un appello a Scelta Civica e, soprattutto, ai senatori del gruppo, a dirigersi verso “un approdo comune”. E pensare che solo pochi giorni fa, a Porta a Porta, aveva ironizzato: “Dialogherò anche con Scelta Civica, se esiste ancora”. Ora, invece, sono solo parole di miele.
“Ho molto apprezzato il contributo leale arrivato dai senatori di Sc sia sul cammino delle riforme istituzionali ed economiche sia in occasione della elezione del capo dello Stato” dice il premier che non vede quindi ragione per la quale se una “condivisione” esiste non si possa “individuare un approdo comune e un comune cammino per il cambiamento dell’Italia”.
Un appello che, con molte probabilità, accoglieranno in blocco tutti i senatori di Scelta civica, fatta eccezione per il fondatore della lista civica, Mario Monti. Alla luce dell’appello starebbe facendo una valutazione in tal senso anche il ministro Stefania Giannini nonché il sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova.
Renzi, inoltre, incassa anche il rinnovato impegno di fedeltà di Ncd dopo un vertice tra il premier e Angelino Alfano. La conferma arriva anche da un “malpancista” come Maurizio Lupi: “Siamo contro le vecchie logiche ma sui contenuti c’è la riconferma del contributo di Ncd nell’azione di governo”, sostiene il ministro.
La maggioranza, insomma, fa quadrato (oltre che campagna acquisti), il che sembra avere come effetto un indurimento del governo verso Forza Italia: nella stessa giornata rischiano di saltare gli sconti di 50 milioni per Rai e Mediaset sulle frequenze tv e nel nuovo testo sul ddl corruzione compare il falso in bilancio. Il messaggio è chiaro: Forza Italia non deve creare problemi e adeguarsi. Col bastone o con la carota.