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Roma, 6 luglio – “Non voglio disturbare”, questa la ragione – scritta nel necrologio scritto da lui stesso in previsione della sua morte – fornita da Ennio Morricone sulla scelta di svolgere i funerali in forma privata. Ma Morricone non ci ha mai disturbati, anzi. Non solo ci ha regalato con costanza e perizia alcune delle colonne sonore piĂą belle del cinema, ma anche leggendari pezzi “pop” che forse non tutti sanno essere opera sua.
Le collaborazioni con Edoardo Vianello e Gino Paoli
Nel 1962 Morricone arrangia il primo successo di Edoardo Vianello: “Pinne fucile ed occhiali”. Si occuoa anche del b-side, la celebre “Guarda come dondolo”. La collaborazione con Vianello è proficua, tanto che segue il successo di “Abbronzatissima”, e le indimenticabili “Hully gully in 10” e “Sul cucuzzolo” (1964), colonna sonora delle estati italiane per i decenni a venire. Nel 1963 Morricone è arrangiatore anche di un altro classico estivo tricolore, “Sapore di sale” di Gino Paoli. Nel 1966 invece compone e arrangia “Se telefonando”, portata al successo da una giovanissima Mina, e scritta da Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo. Nello stesso anno arrangia “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”, mentre negli anni settanta, al top della sua celebritĂ (nel ’79 la sua prima candidatura all’Oscar arriverĂ per “I giorni del cielo”) scrive con la cantautrice statunitense Joan Baez “Here’s to You”, colonna sonora del film “Sacco e Vanzetti”.
Il tifo per la Roma e il sostegno al giovane Verdone
E lasciando un attimo dalla parte la musica, omaggiamo un altro lato della vita di Morricone, sempre leggero: quello sportivo. Il compositore infatti era un grande tifoso dell’As Roma. I “rivali” della Ss Lazio, invece, oggi omaggiano Ennio su Twitter col video di un ragazzo che suona alla chitarra elettrica, sugli spalti di uno Stadio Olimpico deserto, il ‘Deborah’s Theme’ di ‘C’era una volta in America’. E tornando per un attimo alle celebri colonne sonore, sebbene si Morricone ne abbia composte di illustri e solenni, ci fa piacere ricordare di quelle che “regalò” a un giovanissimo Carlo Verdone per i suoi primi due film: “Un sacco bello” e “Bianco rosso e Verdone”.   In questa estate romana resa ancora piĂą malinconica dall’assenza dei turisti causa covid, il nostalgico fischio che accompagna la solitudine di Leo e degli altri protagonisti verdoniani è un sommesso e ironico addio a Morricone.
Nadia Vandelli