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Roma, 29 giu – Molte nazioni africane hanno capito che, per svilupparsi, devono aggiungere valore alle loro materie prime e cominciare a produrre in loco molti prodotti che continuano a importare. Per questo non deve sorprendere se alcune di esse stanno puntando sull’alta tecnologia.
Telefoni cellulari made in Uganda
Uno di questi Stati è l’Uganda che, proprio di recente, ha iniziato a esportare 18mila telefoni cellulari analogici 2G in Marocco, presto altri verranno venduti in Cina senza contare l’elevato numero venduto ai propri concittadini.
I cellulari – dotati tecnologia bluetooth, una semplice fotocamera e diodi luminosi per l’illuminazione notturna – sono stati prodotti dalla Simi Technologies, una società di proprietà della cinese Engo Holdings Uganda Limited, in un impianto di assemblaggio all’interno del parco industriale di Namanve, nel distretto di Mukono. L’impianto, che è stato inaugurato a novembre dello scorso anno, si articola in tre linee di produzione capaci di produrre ogni anno 2000 cellulari, 1500 smartphone, 800 laptop, 2000 caricabatterie, 4000 cavi USB e 4000 auricolari e occupa 400 giovani ugandesi.
Un’Africa ad alta tecnologia
Il ministro ugandese per gli investimenti Evelyn Anite si è dichiarata euforica per l’avvio della produzione visto che, oltre a ridurre di parecchio le importazioni di prodotti ad alta tecnologia, consente anche di incrementare i guadagni derivanti dalle esportazioni. Il tutto senza contare i benefici derivanti dal trasferimento di conoscenza tecnologica che porterà immensi benefici per il futuro. Simi Technologies ha dichiarato che investirà 15 milioni di dollari nei prossimi cinque anni per aumentare il numero di gadget prodotti che adesso si aggira a un milione all’anno.
Quello dell’Uganda è un caso da manuale ma non è l’unico visto. Anche altre nazioni africane stanno puntando sull’alta tecnologia: tra esse spicca il caso del Ruanda che, non avendo giacimenti minerari, ha deciso di puntare sulla tecnologia dell’informazione e sulla produzione di telefoni cellulari prodotti sia per il mercato interno che per quello estero.
Giuseppe De Santis