Roma, 27 giu – “Abbiamo fatto l’Italia, ora facciamo gli italiani”: così suonava uno dei motti più celebri del Risorgimento. Furono molti i personaggi che si mossero al fine di rendere l’italiano e gli italiani una lingua ed un popolo uniti e unici, fieri delle proprie radici e della propria storia. Nicola de Gemmis è stato uno dei principali autori dell’unione culturale al sud, nella sua Puglia.
Unico obiettivo: abbattere i Borbone
Nicola de Gemmis nacque a Bari il 17 agosto 1818 da una ricca famiglia di baroni. La sua formazione fu ottima anche se, malgrado la posizione di spicco all’interno della traballante società borbonica, iniziarono a circolare anche all’interno dell’élite aristocratica meridionale molti ideali di stampo risorgimentale. Anche de Gemmis non ne rimase escluso e, anzi, se ne fece portavoce. La sua “carriera risorgimentale” divenne fondamentale al Sud grazie agli incontri con un altro importante personaggio dell’800 italiano come Giuseppe Antonacci prima e l’omonimo Ceci dopo.
La loro azione era principalmente di natura sovversiva ai danni della dinastia borbonica, troppo impegnata a resistere all’impeto dei Mille di Garibaldi che, in quegli anni, risalivano l’Italia partendo dalla Sicilia. Una volta liberata la Puglia, iniziò il vero “secondo tempo”.
Feste e celebrazioni in onore del tricolore
Nicola De Gemmis venne nominato sindaco di Bari, per la prima volta facente parte del Regno d’Italia. Si trova il suo nome anche in una serie di importanti manifestazioni post unitarie tra le quali l’arrivo del re Vittorio Emanuele II a Napoli.
Il politico pugliese diede il via ad una serie di attività volte, per lo più, all’italianizzazione di una regione come la Puglia che, come molti altri territori del sud Italia, versava in una pesante crisi. Feste, celebrazioni e manifestazioni in onore dell’Italia e del sentimento di italianità vennero allestite e rese pubbliche a tutti i nuovi cittadini del Regno d’Italia. Nicola de Gemmis, inoltre, lavorò per rendere la scuola pubblica più aperta anche alle esigenze dei figli dei poveri contadini pugliesi e insistette al fine di rendere proprio gli istituti primo veicolo di diffusione della lingua italiana ancora in via di formazione. De Gemmis morirà a Bari il 21 giugno 1883, compianto e ricordato dalla sua intera regione e da tutto il neonato Stato italiano.
Tommaso Lunardi