Roma, 25 giu – Molti, troppi italiani stanno ancora aspettando la cassa integrazione. E il premier Giuseppe Conte corre ai ripari, prendendosela con il presidente dell’Inps, convocato ieri a Palazzo Chigi per rendere conto dei numerosi ritardi sull’erogazione della cig nel corso dell’emergenza coronavirus. “Abbiamo fatto una analisi dettagliata sui numeri e sulle articolazioni della cig, ha voluto sapere i diversi step e le criticità che condividiamo tutti, che l’Istituto ha affrontato e che sono attenzionate”, fa sapere Pasquale Tridico al termine del lungo incontro con il premier. “Lo strumento di una cassa integrazione unica sarebbe migliore“, sostiene convinto il numero uno dell’Inps.
In sostanza “Conte ha voluto sapere come eliminare le criticità“, riferisce Tridico. E in effetti, secondo quanto riportato dall’AdnKronos, Conte si è detto “fortemente insoddisfatto” per i dati Inps. In tal senso il premier ha chiesto una vigilanza sul nuovo meccanismo introdotto col decreto Rilancio, che bypassa il controllo regionale, prevedendo l’anticipo del 40% della cig da parte dell’Inps su una previsione del mese entrante. In base a questo criterio, col conguaglio verranno poi pagate le ore effettive.
Tridico: “Restano fuori dai pagamenti 150mila beneficiari”
Dal canto suo, Tridico chiarisce che “ad oggi l’Inps ha pagato 5,8 milioni di prestazioni per circa 2,9 milioni di lavoratori, al 22 giugno. Nel controllo che ha fatto l’Inps restano fuori 150mila beneficiari: 130mila sono domande di giugno. Le domande regolarmente presentate, che si riferiscono a periodi precedenti sono 20mila”.
Il premier: “Inps studi come dare incentivi all’azienda per non pagare la cig”
Ecco perché Conte ha in mente di incentivare le aziende a non ricorrere alla cig con una sorta di esonero contributivo, che allo stato attuale regola le assunzioni a tempo indeterminato. In sostanza, se il lavoratore non viene messo in cassa integrazione ma viene tenuto a lavoro, l’Inps dà un incentivo all’azienda, in modo tale che quel lavoratore costi di meno. A guadagnarci non è solo l’impresa – che di fatto prenderebbe direttamente i soldi che sarebbero serviti per la cig – ma anche il lavoratore, che continuerà a percepire lo stipendio pieno. La palla quindi passa a Tridico: dovrà studiare come elaborare il meccanismo che ha in mente il governo.
Gualtieri annuncia una nuova richiesta di scostamento di bilancio per un nuovo decreto a luglio
Su cassa integrazione in deroga e altre misure di sostegno per tamponare gli effetti della crisi economica scatenata dal lockdown, il governo – come ha annunciato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri tra le ire dell’opposizione ieri alla Camera – presenterà una nuova richiesta di scostamento di bilancio al Parlamento per varare entro la metà del mese di luglio un nuovo decreto per prolungare e garantire la continuità degli interventi e prevedere nuove misure rispetto a quelle del decreto Rilancio. Tra le nuove misure si prevede il sostegno ai Comuni e alle Regioni e il prolungamento delle misure a sostegno del lavoro.
L’opposizione inchioda Conte: “Situazione vergognosa e che potrebbe peggiorare, pagare subito la cig”
L’opposizione chiede da mesi che il governo faccia meno chiacchiere e dia i soldi a famiglie e imprese. E la mossa di Conte di chiamare a rapporto Tridico non basta a convincere il centrodestra che stavolta è la volta buona. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia da tempo chiedono – oltre al pagamento immediato della cig – un taglio delle tasse ma non vengono ascoltati dalla maggioranza giallofucsia. “Lo dico da settimane e ora se ne è accorto anche Conte che certifica il fallimento dell’Inps e del suo governo. Tridico ha mentito sui numeri della cassa integrazione e ha lasciato oltre un milione di italiani ancora senza un euro“, è l’accusa del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. “Una situazione vergognosa che, come ha detto il presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, potrebbe addirittura peggiorare se non si adottano provvedimenti adeguati. Se si vuole recuperare una situazione fortemente compromessa bisogna mandare immediatamente a casa Tridico e ministri come Catalfo e Boccia che lo hanno coperto fino ad ora nella sua gestione fallimentare sulla pelle dei lavoratori. Conte cacci Tridico e i suoi improbabili ministri oggi stesso, poi arriverà anche il suo momento quando finalmente gli italiani potranno tornare alle urne”, conclude Gasparri.
Adolfo Spezzaferro