Roma, 1 giu – Per le Regioni che temono una nuova ondata di contagi con la libertà di spostamento in vigore dal 3 giugno sarà possibile effettuare il tracciamento dei turisti e conservarne i dati per due settimane. E’ questa l’unica concessione del governo, frutto di una mediazione del ministro Francesco Boccia con i governatori più preoccupati in vista dell’apertura di tutta Italia – specialmente di Lombardia e Piemonte: sarà quindi possibile «registrare» gli ingressi – si potranno acquisire le generalità, la provenienza, la destinazione e i precedenti contatti dei cittadini – ed effettuare i test sierologici ma solo su base volontaria. La decisione, tuttavia, non è stata ancora formalizzata.
Rimangono in vigore le regole fondamentali: distanziamento sociale, mascherina nel caso non fosse possibile stare a un metro dagli altri, e niente assembramenti. Dal 3 giugno si può non indossare la mascherina all’aperto in tutte le Regioni tranne che in Lombardia, Trentino, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Campania e nella città di Genova. La mascherina rimane obbligatoria dappertutto qualora venga meno la possibilità di distanziamento. I governatori delle Regioni avranno la facoltà di firmare ordinanze restrittive e stabilire «zone rosse» in accordo con il governo in caso di focolai. Durante i colloqui di queste ore con i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno Boccia ha sostenuto l’istituzione di controlli «perché se vengono fatti in maniera adeguata possono aiutare l’intero Paese nel contenimento del virus».
Ma in cosa consiste l’attività di tracciamento? I controlli inizieranno al momento di salire sull’aereo o di imbarcarsi su navi e traghetti con la misurazione della temperatura, che sarà obbligatoria. Non ci si potrà sottrarre. A chi presenterà 37,5° potrà essere rifiutato l’imbarco e si attiverà la segnalazione per la messa in quarantena. Dopo la temperatura, ai viaggiatori verranno chieste le generalità attraverso le quali potranno essere contattati nel caso venisse rilevata a bordo la presenza di una persona positiva al coronavirus. Il compito di effettuare controlli sui contatti spetterà alle forze dell’ordine.
In aeroporto o al porto si dovranno far sapere, tramite la compilazione di un modulo, tutte le informazioni relative a quanto accaduto prima del viaggio. Che tipo di informazioni richiedere, spetterà deciderlo ai governatori delle singole Regioni. Tutti i moduli potranno essere conservati 14 giorni. La verifica della compilazione del modulo spetterà agli albergatori, o a chi gestisce le case in affitto, nel caso in cui i turisti arrivino in auto o in treno. Nel modulo si dovrà indicare il nome, il cognome, la data di nascita, la residenza, il domicilio, autocertificare di non essere positivi al coronavirus e di non avere sintomi. Potrebbe essere richiesto di dichiarare se si è entrati in contatto con persone infette, o gli spostamenti prima dell’arrivo.
Il test sierologico a chi arriva non potrà essere imposto: sarà solo su base volontaria, e in alcune regioni come la Sardegna si valuta di offrirlo nel pacchetto vacanza.
Cristina Gauri