Roma, 29 mag – Quando fai una figuraccia, di solito hai due strade: o chiedi scusa, oppure ti arrampichi sugli specchi. Roberto Saviano, che è notoriamente affetto da egomania cronica, non chiede mai scusa. Quindi non gli resta che l’arrampicata sugli specchi. Dopo aver criminalizzato un’intera categoria – quella dei commercialisti – e dopo essersi preso i suoi meritati insulti, non ne vuole sapere di fare marcia indietro. E allora rilancia: «Salvini, Meloni e il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti mi attaccano perché ho raccontato come la mafia dei colletti bianchi porta le aziende in crisi ai clan. Davvero ignorano tutto? Oppure sanno, tacciono e preferiscono attaccare me?», ha cinguettato su Twitter.
L’arrampicata sugli specchi
Per chi si fosse perso l’ultima perla di Saviano, queste sono le parole che ha pronunciato a Che tempo che fa, ospite di Fabio Fazio: la criminalità organizzata, per reperire «clienti» da strozzare, «semplicemente segue il percorso dei soldi. A un certo punto, quando un’azienda inizia ad andare in crisi, loro avvicinano i commercialisti. E il commercialista, cioè una persona di cui ti fidi, spesso ti dice “c’è quella società, c’è quella persona che è interessata”. Quando non è quella strada, perché hai la fortuna di avere dei professionisti seri, ci sono moltissime altre strade: le banche, il consulente che ti dice di andare in quel posto piuttosto che in un altro». Messa così, è ovvio che la categoria dei commercialisti non l’abbia presa bene. Anche perché l’utilizzo dell’avverbio «spesso», a cui Saviano ha fatto ricorso, insinua chiaramente che si tratterebbe di una pratica molto diffusa presso la maggioranza degli esperti contabili. Stesso discorso per i «professionisti seri»: se trovarli è «una fortuna», è ovvio che stai intendendo che tali commercialisti onesti sarebbero una minoranza.
Salvini, Meloni e il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti mi attaccano perché ho raccontato come la mafia dei colletti bianchi porta le aziende in crisi ai clan. Davvero ignorano tutto? Oppure sanno, tacciono e preferiscono attaccare me?👉🏽 https://t.co/AIz98Cno6S
— Roberto Saviano (@robertosaviano) May 28, 2020
La supercazzola di Saviano
Per difendersi, lo scrittore partenopeo ha dunque scritto un articolo su Repubblica in cui riporta dati, rapporti e inchieste da cui emerge che la mafia, per fare usura, si rivolge anche a professionisti del settore, tra cui i commercialisti. Il che, tra l’altro, nessuno l’ha mai negato. E infatti il sindacato dei commercialisti si è indignato non tanto per quella denuncia – come vorrebbe far intendere Saviano – ma proprio per la sua generalizzazione insinuante. Di qui la supercazzola savianesca: «Ma forse non dovrei parlarne, per non offendere le persone oneste… Così come non avrei dovuto parlare, nel 2010, su Raitre a Vieni via con me dei vertici collusi con la ’ndrangheta dell’Asl di Pavia per non offendere i medici o i dirigenti sanitari?». No, caro Saviano, bastava semplicemente non usare parole come «spesso» e «fortuna», che hanno surrettiziamente gettato discredito su un’intera categoria.
Salvini e Fdi rispondono
Non pago, dopo l’arrampicata sugli specchi camuffata dallo sciorinamento di rapporti e inchieste noti a quasi tutti, l’autore di Gomorra passa quindi al contrattacco nei confronti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che avevano osato difendere i commercialisti. «Ma la polemica – scrive – ora è finita, ne sono consapevole. Queste cose durano poco perché poco devono durare, ormai voi la politica la intendete così: fate rumore per mostrarvi difensori di chi, in realtà, non state difendendo. Non state difendendo i commercialisti, al contrario, state invitando all’omertà». A questo punto, i diretti interessati hanno risposto per le rime al loro accusatore: «Saviano torna ad attaccare i commercialisti, professionisti che stanno lavorando da mesi per aiutare famiglie e imprese: taccia, chieda scusa e rispetti chi lavora!», ha scritto Salvini sui suoi canali social. Ma anche Giovanbattista Fazzolari, senatore di Fratelli d’Italia, non è stato tenero: «Perché fai insinuazioni vigliacche contro Giorgia Meloni che da sempre combatte con coraggio la mafia? Devi mandare un pizzino di vicinanza a qualcuno che si è risentito per gli attacchi ricevuti? Voluto o no, comunque i boss avranno gradito il tuo tweet».
Elena Sempione