Mantova, 19 mag – Ora anche i pazienti anziani colpiti dal coronavirus e ospiti delle case di cura mantovane potranno beneficiare della terapia a base di plasma iperimmune dei guariti dal Covid-19. Lo ha dichiarato questa mattina l’Asst di Mantova, presentando un protocollo di cura sperimentale ad hoc per soggetti anziani autorizzato dal Comitato etico dell’azienda ospedaliera mantovana e da quello di Ats Valpadana. Il trial valuterà la sicurezza e l’efficacia della terapia, «riducendo la diffusione del virus e aiutando una fascia di popolazione particolarmente aggredita dal Covid».
Saranno 120 i pazienti – caratterizzati da un quadro clinico di positività al Covid con polmonite e insufficienza respiratoria non gravissima – sottoposti al protocollo. «Visti i risultati promettenti emersi dal recente studio sull’emocomponente – spiega Raffaello Stradoni, direttore dell’Asst di Mantova – e il perdurare di criticità nelle strutture per anziani, Asst ha scelto di elaborare un protocollo ad hoc, del tutto inedito nel panorama italiano». La prima fase si svolgerà in collaborazione con una struttura del territorio, ma in seguito è prevista la sinergia con altre rsa della Regione, «compatibilmente con la disponibilità di plasma da donatori guariti». Siccome la terapia con il plasma è ancora «sperimentale – ha spiegato Stradoni – per usarla su altri pazienti abbiamo bisogno di inserire quest’attività in una sperimentazione controllata che possa valutarne l’efficacia raccogliendo una serie di dati che possano essere utili al mondo scientifico. Sui pazienti selezionati nelle rsa sarà monitorato lo stato di salute prima e dopo la sperimentazione, confidenti che possano trarne beneficio visti i positivi precedenti».
Il trattamento sarà monitorato costantemente dal punto di vista della «sicurezza e dell’efficacia», mediante «controlli sul piano clinico e laboratoristico ogni 48 ore da parte degli specialisti del Carlo Poma». Lo studio, vede coinvolti l direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Massimo Franchini e il direttore della Pneumologia Giuseppe De Donno, ed è stato ideato in collaborazione con i colleghi del Policlinico San Matteo di Pavia, già «rodati» dalla prima sperimentazione con il plasma iperimmune che aveva dato risultati più che incoraggianti: riduzione della mortalità dal 15% al 6% nei 46 pazienti trattati dalle due strutture ospedaliere.
“Sono molto orgoglioso di avere proposto lo studio – ha così commentato Massimo Franchini – per il suo alto valore etico. Utilizziamo un prodotto che ha già dimostrato la sua efficacia su una categoria di pazienti fragili, tristemente decimata dal Covid. Gli anziani sono la nostra memoria, una memoria che intendiamo salvare». Esprime la propria soddisfazione anche il dottor Giuseppe De Donno: «Si tratta di uno studio non solo virologico, ma più ampio. In tal senso è prevista una collaborazione con i reparti di andrologia e endocrinologia dell’ospedale Careggi di Firenze. Speriamo con questo nuovo protocollo di poter portare un contributo essenziale a una situazione che a tutt’oggi presenta aspetti di drammaticità».
Cristina Gauri
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