Roma, 18 apr – C’era chi parlava di un -2,9%, poi repentinamente (e verticalmente) corretto al ribasso. E’ il caso di Standard&Poor’s, che nel giro di poche settimane ha dovuto prendere atto della crisi innescata dalle chiusure forzate e rivedere le stime di crescita a -9,9%. Goldman Sachs arriva a bucare una soglia psicologica, prevedendo -11,6%. In ultimo, ieri, sono arrivati i dati di Banca d’Italia che parla di una contrazione del 5% nel primo trimestre dell’anno con prospettive di caduta del Pil anche nel secondo. Una cosa è certa: quella che ci aspetta nel 2020, che tocchi o meno la doppia cifra (in negativo), sarà la più grave recessione mai sperimentata nella storia italiana.
Pil in calo da fine 2019
L’epidemia di coronavirus si è innestata su un corpo fragile, con il Prodotto interno lordo già a fine 2019 finito in territorio negativo. Le avvisaglie di una crisi imminente, insomma, c’erano. Il motivo era da rintracciarsi nel calo della domanda estera, da tempo in difficoltà, architrave su cui si fonda l’esperimento mercantilista chiamato Ue. L’esplodere dell’emergenza sanitaria ha, infine, assestato il colpo di grazia. Trascinando l’Italia ancora più in basso.
Qualunque sia il consuntivo, a prescindere dal “rimbalzo” che tutti si attendono nel 2021, la drammatica recessione che ci attende sarà la terza nel giro di meno di 15 anni. Prima quella del 2008/2009, poi quella del 2011/2012, infine quella odierna. Una tripletta capace di stendere al tappeto anche il migliore dei pugili, specialmente se sono almeno vent’anni che vive costantemente con l’acqua alla gola.
Euro e coronavirus: due decenni persi
E’ da inizio millennio, infatti, che l’Italia è letteralmente a crescita zero. Il che, tra le altre cose, corrisponde all’incirca all’ingresso dell’Italia nell’area euro. Ma è ovviamente solo una coincidenza. L’asfissia alla quale siamo costretti vede il nostro Pil vivacchiare in una stagnazione che ormai non si esita più a definire secolare. Dati alla mano e se le previsioni saranno confermate rischiamo un ulteriore passo indietro, di tornare (in termini di Pil reale) persino a prima dell’anno 2000. Come aver buttato più di due decenni.
Filippo Burla
1 commento
C’era sicuramente già pronto un progetto dell’Europa e dei “mercati” per affossare definitivamente l’Italia. Il virus ha solo fatto da “detonatore”.. Ma che sia solo un caso? O, come diceva “quel” famoso politico, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca? Come mai proprio il PD ha voluto minimizzare il problema all’inizio lasciando che la situazione si aggravasse per poi dover bloccare tutto e tutti?