Roma, 14 mar – Sono almeno dieci anni che la sinistra italiana – ma potremo dire occidentale oramai – ha cercato lentamente di cancellare la “Realtà delle cose” con il fine di costruire un mondo (o meglio un post-mondo) irreale dove la natura, la verità, la logica e la normalità doveva essere abolita e sostituita con una narrazione specifica volta a far credere che i confini, la patrie, le etnie, le razze, i popoli, i generi sessuali, non esistono e sono solo un costrutto culturale-sociale; ha cercato di abolire l’evidenza prima di tutto per via culturale, poi per via politica e in alcuni casi anche per via giudiziaria.
Sì, la sinistra globale – come nella sua natura di forza sovversiva e menzognera da secoli – ha cercato in ogni modo, di far credere che l’avvento del mondo unico globale, e del pensiero unico progressista, fosse la unica via possibile per l’umanità intera, per procedere verso un futuro radioso, meraviglioso e progressivo, dove non ci sarebbero stati più discriminazioni, confini, differenze; un mondo utopico dove l’unica religione ammessa sarebbe stata quella dell’umanismo egualitario, in perfetto stile utopico (o meglio, distopico, in questo caso, visto l’orrore che può suscitare – in una persona normale, sana e ben nata – un Mondo di eguali senza differenze).
Il coronavirus ha cambiato tutto in poco tempo
Poi è arrivato il Virus, il Covid-19, e tutto – nel giro di poche ore – è cambiato. I giornali del mainstream a guida progressista sono passati improvvisamente dalla parola d’ordine “combattiamo il virus più pericoloso, il razzismo” a “chiudete tutto: confini, cancelli e parchi”. Abbiamo visto un governatore come quello toscano, Enrico Rossi che accusava la protezione preventiva dal virus per mezzo della chiusura dei confini e della messa in quarantena di chi proveniva dalla Cina, come provvedimenti fascio-leghisti disumani. Salvo poi, chiedere a chi non è toscano (!) di non venire in Toscana.
Abbiamo visto il progressista Formigli fare scorpacciate di involtini primavera in Tv su La7, per invogliare gli italiani ad abbracciare gli stranieri, in particolare quelli cinesi, per vincere la paura e “isolare il razzismo”. E adesso, senza alcuna vergogna, senza alcun pentimento, sono passati sull’altra barricata: quella dei confronti, delle serrate e della vigilanza della strade, fino ad arrivare ad ammettere che il virus e la pandemia è più facile combatterla se si è in un regime dittatoriale: “Diciamo che lì (in Cina, ndr) hanno il vantaggio della dittatura, che non è un vantaggio da poco”, ha detto proprio Formigli a Piazzapulita durante l’intervista al primario dell’ospedale del Sacco di Milano, Massimo Galli, il 5 marzo 2020. A mente, così, qualcuno dovrebbe ricordare a Formigli che quei regimi dittatoriali si fondano sulla vigilanza del confini, l’esaltazione della nazione e il controllo della libertà di espressione: altro che mondo aperto.
Gli stessi che fino a una settimana fa ci avevano detto – per decenni – che la paura è la forza delle destre e dei populisti, dei razzisti, dei fascisti, adesso rivalutano la paura stessa come arma per non finire nei guai, come è successo al segretario del Pd Nicola Zingaretti, che si è autoisolato in quanto positivo al coronavirus (se non avesse paura, quella paura che impregnerebbe le menti dei sovranisti, che senso ha sparire dalla circolazione da un momento all’altro?). In realtà sono proprio i sovranisti e i patrioti a ben sapere che la paura è uno dei modi migliori per difendere non solo la propria vita, ma anche una civiltà e una società; se nei secoli passati “l’Uomo Europeo” non avesse avuto paura dell’Islam e del feroce Saladino, a quest’ora l’Europa sarebbe già un continente islamizzato e arabizzato.
Gli autorazzisti chiedano scusa
Ci sarebbe da ridere ma non si può, e per un semplice motivo: perché gli stessi progressisti autorazzisti di ieri, che pontificavano fino a due giorni fa di non chiudere i confini e di fare sagre buoniste a suon di ravioli al vapore e sakè nei ristoranti cinesi (che non dovevano chiudere a causa del razzismo), oggi non hanno chiesto scusa a coloro che avevano offeso definendoli come retrogradi, reazionari e untori di paure e di fobie, come hanno fatto con i governatori di centrodestra Zaia e Fontana, delle regioni Veneto e Lombardia; i quali avevano saggiamente dato dei consigli giusti al governo più a sinistra della storia, quello di Conte, tra i quali di mettere in quarantena chi veniva dalla Cina.
Per questo quando l’emergenza e la compressione delle nostre libertà saranno passate, nessuno avrà il diritto di dimenticare cosa ha cercato di fare la sinistra in Italia in questi anni, quella di liquefarla nella sua intima natura a suon di invasioni immigrati, leggi liberticide e indottrinamento gender nelle scuole e ai minori; dovremo ricordarci anche di come ha gestito male la pandemia do Covid-19 per non apparire razzista e fascista, facendo – di fatto – morire per imperizia nel ritardo, molti nostri concittadini.
Avremo l’obbligo morale e politico di ricordaci chi sono stati in questi decenni i nemici giurati dell’Italia, l‘anti-Nazione per eccellenza; affinché tutto non sia stato inutile e perché l’Italia possa tornare ripulita dai germi e dai virus di ogni genere, anche quelli politici-culturali degli amici di Soros.
Emanuele Fusi
5 comments
Stiamo in guerra contro un nemico invisibile.
Ma non è il coronavirus.
Ben detto.
Solo su una cosa dissento: il Saladino è stato un grande uomo. Una volta riconquistata Gerusalemme risparmiò la vita a tutti i cittadini e concesse anche a cristiani ed ebrei di compiere pellegrinaggi nella città santa. Di tutta un’altra stoffa rispetto ai crociati.
Giusto per non dimenticare..
Giova ricordare le parole del sindaco di Bergamo, il sinistro tutto cashemire, l’ex puparo di Berlusconi e mr. Parodi, Giorgio Gori.
Dal “Giorno” dell’11 Febbraio 2020 con la sua giunta, in un ristorante cinese con relativo abbraccio. Con dichiarazioni solenni e testuali:
“Le voci e gli articoli che si rincorrono sul Coronavirus hanno creato in questi giorni un allarme generalizzato – aggiunge Gori -. I cinesi bergamaschi sono comprensibilmente in apprensione per i loro cari, per gli amici e parenti che vivono in Cina. Quello che invece non si giustifica è l’allarmismo che ha portato molti italiani, e tra questi anche alcuni nostri concittadini, a evitare ogni contatto con i cinesi che vivono qui, addirittura smettendo di frequentare i negozi e i ristoranti gestiti da cinesi. Il danno per questi ultimi rischia di essere molto rilevante”.
ll servizio impeccabile – conclude il sindaco -: il nostro piccolo gesto di solidarietà vuol essere un segnale: non c’è nulla di cui aver timore. Evitiamo che ai problemi veri, quelli legati alla malattia che si è diffusa in Cina, debbano sommarsi anche quelli generati solo dal pregiudizio”.
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Non c’è nulla di cui aver timore….
Adesso a Bergamo ogni mezz’ora al cimitero arriva una bara con un morto di Coronavirus. Spesso non riuscendo a trovare sepoltura, in quando il cimitero è ormai pieno.
Altro che, finita quest’emergenza, bisogna abbracciarsi.
Bisogna IMPUGNARE LE FORCHE!
Ah, che sguardo cogitativo! Ma vafancul.
[…] razionalismo e del falso progressismo occidentale. Si sviluppa su questi temi il nuovo romanzo di Emanuele Fusi, pubblicato da Altaforte Edizioni e con un’inedita prefazione di Gabriele […]