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Roma, 3 mar – Il governo del Ghana ha avviato un massiccio programma di industrializzazione lanciando il programma One District One Factory al fine di creare almeno una fabbrica in ognuno dei 216 distretti, che possano trasformare le materie prime in prodotti a più alto valore aggiunto. Per raggiungere questo scopo sono stati offerti incentivi per creare parchi industriali, così da creare le condizioni ideali per attirare investimenti locali e stranieri. I primi risultati iniziano a vedersi.
Una fabbrica di conserve per il Ghana
Un paio di mesi fa a Doryumu, nel distretto di Shai Osudoku (regione di Accra), il presidente del Ghana, Nana Akufo-Addo, ha inaugurato una fabbrica di sugo di pomodoro che potrà produrre ogni anno 54 mila tonnellate di concentrato di pomodoro occupando 600 persone. Lo stabilimento prende il nome di Leefound Food Staff Ghana Limited, è stato costruito con capitali cinesi, è costato 23 milioni di dollari e comprende non solo impianti di trasformazione ma anche un deposito per i pomodori, occupando un’area di 60 mila metri quadrati.
Il presidente del Ghana ha visto in questo investimento una prova di fiducia da parte degli investitori internazionali ed è convinto che questo sia solo l’inizio e che altri investimenti saranno fatti nell’immediato futuro. La costruzione della conserviera è importante non solo perché trasforma derrate agricole in prodotti ad alto valore aggiunto, ma anche perché permetterà al Ghana di ridurre le importazioni e risparmiare così valuta pregiata.
Risparmiare valuta pregiata
Nel 2018 la nazione africana ha infatti speso 100 milioni di dollari per importare pomodori dal Burkina Faso e altri 200 milioni di dollari per comprare pasta di pomodoro: grazie a questo stabilimento non solo verranno ridotte le importazioni ma sarà anche possibile spingere sulle esportazioni all’estero, senza contare inoltre che gli agricoltori avranno maggiori incentivi a coltivare pomodori con grossi benefici per loro e per il paese.
L’importanza di questa fabbrica è dovuta inoltre al terreno in cui è situata, poiché fa parte di un parco commerciale destinato a ospitare altre imprese. Parliamo del “Ghana Bright International Free Zone”, gestito da investitori cinesi e capace di ospitare ben 100 fabbriche, oltre mille depositi, un centro di distribuzione logistica, un centro di commercio all’ingrosso, un incubatore per imprese e altre strutture. Una promessa dell’economia africana che garantirà almeno 150mila posti di lavoro fra impieghi diretti e indiretti.
Giuseppe De Santis