Roma, 25 feb – È veramente singolare constatare come il governo Pd-M5S invochi un coordinamento nazionale per gestire l’emergenza da coronavirus su tutto il territorio italiano, cosa meritevole ma, oggi, fuori tempo massimo. Era ciò che andava fatto alle prime notizie del contagio da Covid-19, quindi a gennaio del 2020, quando i governatori del Nord Italia chiedevano misure restrittive, necessarie al contenimento dell’epidemia, per tutti coloro che provenivano dai Paesi contagiati. Giova ricordare che un ministro di questo governo diceva che era necessario «bloccare il virus, ma non le persone», come se il virus non circolasse insieme alle persone contagiate.
Perseverare è diabolico
Oggi, il governo dice ad alcune regioni dove non si sono sviluppati focolai di coronavirus di «evitare» iniziative autonome sul contenimento, che al momento non sono giustificate. Sono esattamente le stesse parole dette ai governatori del Nord Italia quando, precedentemente, cercavano di prevenire ciò che, puntualmente, si è verificato. Anzi, oggi, il governo accusa le Regioni di non avere applicato i protocolli necessari e, quindi, di avere favorito la nascita di focolai epidemici sul territorio, evidenziando una falla nell’efficiente sanità lombarda e minacciando i governatori di applicare misure restrittive al loro potere in materia. Che dire, siamo alle comiche finali! Il ministro della Sanità, poi, ha «arruolato» il Dr. Walter Ricciardi dell’Oms come consigliere non si capisce bene perché, se per essere guidato o per non farlo parlare «troppo», visto che lo stesso ha pubblicamente criticato il governo italiano nella gestione dell’epidemia.
Sud Italia a rischio contagio?
Anche il ritorno dei «Meridionali» al Sud doveva essere previsto, perché la chiusura di uffici, scuole, università, fabbriche ha indotto tanti a rientrare nelle loro famiglie. Ovviamente, è qui scattato il meccanismo della quarantena imposta dai sindaci, di concerto con le Asl che, preoccupati da contagi sui territori ancora immuni, hanno attivato misure di prevenzione. Ma il Sud – già afflitto ed angustiato da problemi economici, dal lavoro che non c’è, che arranca disperatamente alla ricerca di un benessere che hanno pensato di risolvere col «reddito di cittadinanza» e non con politiche per il lavoro adeguate – si deve misurare con lo sbarco di centinaia di «clandestini», nonostante l’emergenza coronavirus.
Il coronavirus in Africa
Il problema dell’Africa è immenso e non siamo assolutamente sicuri che il virus Covid-19 non sia già presente, visti i rapporti con la Cina e con la zona industriale da cui ha preso origine l’epidemia. In tutto il continente, infatti, sono migliaia le aziende cinesi e milioni gli «operatori economici» che giungono dalla Cina! Gli Stati africani non dispongono delle adeguate coperture sanitarie per fronteggiare un’eventuale epidemia che, quindi, potrebbe propagarsi in modo catastrofico. E visto che non si riesce a trovare – ma questo, ormai, poco importa – il cosiddetto «paziente zero» (da cui tutto sarebbe partito), perché non si può pensare che, alla fine, abbiamo sbarcato un contagiato?
Maria Teresa Baione
Medico Pediatra
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Nel mondo ogni anno muoiono centinaia di migliaia di persone per complicazioni da influenza.