Roma, 13 feb – Non c’è alcun dubbio, l’effetto Greta si fa sentire anche ai piani alti di Bruxelles. Così, dopo la tassa sulla plastica e quella sullo zucchero, adesso spunta pure una bella tassa sulla carne. E se pensiamo alle scelte alimentari degli italiani, è lapalissiano che il carrello della spesa subirà un’impennata dei costi. Il Parlamento europeo sta infatti lavorando a una proposta presentata da tre europarlamentari di sinistra: Mohammed Chahim e Sylwia Spurek, dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici, e Bas Eickhout dei Verdi. Si tratta di un progetto lanciato durante l’evento “The True Price of Meat” (Il vero costo della carne), tenutosi lo scorso 5 febbraio all’Europarlamento e realizzato da True animal protein price coalition (Tapp coalition), una sigla che racchiude una serie di associazioni ambientaliste.
Se approvata, la proposta entrerebbe a far parte del pacchetto “Farm to Fork” (Dalla fattoria alla forchetta), che intende realizzare la Commissione Europea nell’ambito del Green Deal, piano che dovrebbe portare l’Unione europea a raggiungere la “neutralità” climatica entro il 2050. Ma in cosa consiste esattamente questo progetto e perché inciderebbe sulle tasche dei cittadini Ue?
Un’imposta del 25% sulla carne
In poche parole si punta a introdurre un’imposta del 25% sulla carne, che farebbe ad esempio aumentare di 47 centesimi il costo di 100 grammi di bovino, di 36 centesimi il costo di 100 grammi di maiale e di 17 centesimi quello per 100 grammi di pollo. Il tutto è finalizzato alla diminuzione del consumo di carne, che stando alle previsioni di chi ha ideato il progetto potrebbe sostanzialmente essere dimezzato entro il 2030. Grazie alla tassazione si punta a ricavare circa 32 miliardi di euro l’anno, che dovrebbero essere utilizzati per coprire i costi ambientali causati dagli allevamenti.
L’eventuale nuova tassa ha fatto scattare la dura reazione della Lega, i cui senatori l’hanno definita senza mezzi termini “una vera follia”. Secondo i leghisti infatti, “gli italiani consumatori abituali di carne sono il 93% e tassare la carne significa quindi non solo non tenere conto delle abitudini alimentari e degli stili di vita nel nostro Paese, ma anche scoraggiare gli acquisti in un momento di grande difficoltà economica”. Questo perché, così facendo, “si penalizzerebbero le famiglie meno abbienti su un alimento che medici, pediatri e nutrizionisti considerano di importanza essenziale. Tanto più che una dieta coerente con il modello mediterraneo risulterebbe anche equilibrata da un punto di vista degli impatti ambientali”.
Alessandro Della Guglia
3 comments
Con la tassazione della carne per molti, scienziati e non, siamo all’ attacco diretto alla salute…
Non siamo nati con lo zucchero e con la plastica, ma con la carne sì! Che piaccia o meno.
Detto da uno che non ama e non necessita di essere propriamente carnivoro perché di “origini agricole”. E quindi fortunato, felice “contemplativo” di quasi tutti gli animali…
….vanno fermati…con le buone ( cosa inutile ) o con le cattive ( unica soluzione )…
Mohammed Chahim , Sylwia Spurek e Bas Eickhout sarebbero EUROPEI ??????
C’ è del MARCIO in Danimarca !!!!! e pure in Polonia …….
gente che mangia di MERDA ! e …. l’ uomo è SOPRATTUTTO ciò che MANGIA …….
una “sinistrata” proveniente da un paese che ha SUBITO i SOVIETICI !!!!
un musulmano ed un coglione di un paese di m…. come la danimarca !!!!!
danesi , ultimi BARBARI dell’ IMPERO !!!! parlano un tedesco che fa cagare ……
FUORI da questa europa SUBITO !!!!
Sia EUROPA NAZIONE ! oppure , ognuno per se ! sinn fein !