Roma, 18 gen – Rispetto ad altre nazioni africane l’Algeria è un paese con un reddito leggermente più elevato e quindi è normale che attragga immigrati provenienti. Lungi dall’accoglierli a braccia aperte, però, il governo algerino usa il pugno di ferro per rimpatriarli.
I rimpatri dell’Algeria
Solo a novembre le autorità hanno rimpatriato più di 3.200 immigrati provenienti da diversi paesi africani, principalmente Mali, Niger e Guinea. Non è affatto un caso isolato: il ministero degli Interni algerino ha dichiarato che tra il dicembre del 2014 e il novembre del 2018 sono stati quasi 40mila i nigeriani rimpatriati.
Le organizzazione umanitarie hanno protestato contro questa politica, che molti definiscono disumana, ma al momento il governo dell’Algeria non sembra intenzionato a fare dei cambiamenti. Questo non solo perchè è sotto pressione da parte dell’Europa per fermare il flusso di clandestini, ma anche perchè con un alto tasso di disoccupazione l’ultima cosa che vogliono le autorità è di creare tensioni tra residenti e immigrati.
L’Africa non vuole rifugiati
Molti potrebbero trovare sorprendente che una nazione africana possa cacciare via immigrati provenienti da paesi limitrofi, pratica invero molto comune nel continente nero.
Diversi mesi fa ha fatto scalpore la notizia che in Sudafrica si sono registrate rivolte da parte della popolazione contro gli immigrati, accusati di rubare il lavoro e causare una forte crescita della criminalità. Tutt’ora queste tensioni continuano.
Più a nord il Botswana ha costruito un recinto elettrico al confine per tenere lontani potenziali immigrati dallo Zimbabwe. Una scelta intrapresa anche dalla Guinea Equatoriale che ha realizzato un muro al confine col Camerun per impedire ai disperati di questo paese di attraversare la frontiera.
Quanto all’Angola, che ha attratto centinaia di migliaia di rifugiati dalla Repubblica Democratica del Congo, lungi dall’accoglierli li ha invece espulsi in massa.
Un altro caso interessante è quello della Tanzania, che ha dato asili a moltissimi rifugiati del Burundi. Ebbene pochi mesi fa il presidente John Magufuli ha deciso di rispedirne indietro ben 200mila, giustificando questa decisione con fatto che la Tanzania non può ospitare tutti i disperati dell’Africa e che il Burundi ora è una nazione sicura. Per rispondere alle critiche arrivate dalle varie associazioni umanitarie ha anche detto che, se è vero che Gesù era un rifugiato, è anche vero che poi lasciò l’Egitto per ritornare nel suo paese natìo.
Giuseppe De Santis
3 comments
Io rimpatrerei in Algeria tutti gli irregolari algerini che dimorano in Italia.
Ma se pure la tanzania ha rispedito.a casa lori le scimmie e tutti zitti e muti non capisco perché noi italiani europei cristiani siamo razzisti! Forse perché i Tanzanesi sono più intelligenti e hanno capitò che questi sono solo.fancazzisti parassiti? Voglio andare a vivere in Tanzania o alla peggio u presidente della repubblica come il loro
Mi e piaciuta la risposta del presidente drlla Tanzania riguardo a Gesu…