Roma, 9 gen – Se il governo giallofucsia colleziona figuracce in politica estera non è soltanto colpa del ministro degli Esteri. Il grave problema è che il ministro degli Esteri è ancora più imbarazzante. Non è purtroppo una novità, ma le ultime dichiarazioni sulla Libia di Luigi Di Maio suggellano il livello più basso toccato dall’Italia nelle relazioni internazionali. A leggerle, o ad ascoltarle nel caso vogliate perdere due minuti del vostro prezioso tempo guardando il video pubblicato su Facebook dal ‘capo politico’ grillino, viene da mettersi le mani nei capelli.
Di Maio fa sapere che in Libia “ci sono interferenze da parte di Stati esterni” (e fin qui siamo alla scoperta dell’acqua calda), di conseguenza “dobbiamo trovare una soluzione con l’Ue in modo da fare adottare un embargo sulle armi”. E qui invece siamo al puro delirio. La Libia è spaccata sostanzialmente in due parti, con la Tripolitania sostenuta in particolare dalla Turchia che oltre alle armi sta mandando soldati sul campo. Mentre la Cirenaica è spalleggiata dalla Russia che più discretamente ha inviato centinaia di “mercenari”.
Una gaffe tira l’altra
Sorvolando pure sugli altri Stati che sostengono l’una o l’altra parte (dall’Egitto agli Emirati Arabi), a cosa serve un embargo Ue sulle armi quando nessuno di questi Stati risponde all’Ue ed è militarmente autonomo? A cosa serve se Turchia e Russia mandano uomini a combattere? Non pago della fesseria sparata, Di Maio ha dichiarato pure che intende “spingere la comunità internazionale a un cessate il fuoco”, ignorando evidentemente che Russia e Turchia (unici attori che contano in questo momento) lo hanno già annunciato ieri con il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov, che ha pure indicato la data di inizio: 12 gennaio.
Ma il ‘capo politico’ grillino avrà detto qualcosa di sensato? Certo, si è accorto dopo un mese passato ad evocarla, che è stata fissata un’altra data: quella della conferenza di Berlino. “Spingeremo perché si individui il prima possibile una data per la conferenza di Berlino. Dobbiamo mettere tutti gli interlocutori intorno a un tavolo e trovare una soluzione”, ha detto Di Maio. Ecco, nel frattempo che attendiamo di programmare questo incredibile evento risolutivo (siamo ovviamente ironici), il conflitto libico va avanti. In tutto questo però un embargo efficace è stato posto: all’Italia, fatta fuori dai giochi.
Eugenio Palazzini