Ormai è risaputo: oggigiorno, sapere l’inglese è fondamentale per ognuno di noi. Che sia per viaggiare nel mondo, studiare in un’università estera o lavorare per una grande azienda, è impossibile immaginarsi con una carenza linguistica così rilevante. Purtroppo, però, nonostante siamo tutti a conoscenza della sua importanza, l’Italia si riconferma ancora una volta tra gli ultimi posti in Europa per l’inglese.
Il livello di inglese in Italia
Secondo l’EF EPI Report, un’analisi annuale condotta da Education First e volta a valutare il livello l’inglese nei diversi Paesi del mondo, l’Italia quest’anno si trova al 36esimo posto su 100. Nonostante si trovi chiaramente nella metà superiore della classifica (che conta Paesi di tutto il mondo), è stata comunque superata dalla maggior parte dei Paesi europei, come Olanda, Svezia, Norvegia e Danimarca che, senza sorprese, occupano proprio i primi quattro posti. Scendendo verso il basso, troviamo la Germania si trova in 10° posizione, mentre la Francia sorpassa il Bel Paese per un solo posto.
Chi c’è dietro di noi quindi? La maggior parte dei Paesi del Sud America, dell’Asia e dell’Africa. In Italia quindi l’inglese è parlato male, con una conoscenza definita “moderata” e decisamente migliorabile.
Italia in controtendenza
Lo stesso EF report però mostra anche come il livello generale a livello internazionale di inglese stia migliorando (più o meno rapidamente). Il numero di Paesi che hanno infatti raggiunto un ottimo livello di conoscenza della lingua sono più dell’anno precedente. Undici Paesi, in particolare, hanno migliorato notevolmente la propria posizione, guadagnando oltre due punti confronto al 2018.
In Italia lo studio dell’inglese è obbligatorio a partire dalle elementari. Inoltre, il numero di italiani che partono per una vacanza studio è in netto aumento, soprattutto in direzione Londra e Dublino. Perché quindi abbiamo così tante difficoltà nell’apprendimento? L’inglese sicuramente presenta un sistema linguistico diverso da quello a cui siamo abituati (dovuto alla differenza di ceppi linguistici). Inoltre tendiamo ad utilizzare sempre un metodo di apprendimento focalizzato sulla teoria invece che sulla pratica. Infine, anche quando andiamo all’estero, tendiamo a legare maggiormente con i nostri connazionali e meno con i locali.
Come migliorare
I primi Paesi in classifica, nonostante non siano madrelingua, sono in grado di leggere e comprendere testi complicati e tecnici, tenere conversazioni impegnate cogliendo le piccole sfumature della lingua e, in generale, utilizzare l’inglese in quasi ogni situazione. Un obiettivo ambizioso visto il diverso ceppo linguistico ma non impossibile per i cittadini italiani. Sono molte le attività extracurricolari che possono sicuramente andare a migliorare il nostro inglese, con un impegno quotidiano. Leggere libri in lingua (ma anche articoli online, giornali e riviste) aiuta molto con la grammatica, fare pratica di conversazione con madrelingua (ormai possibile farlo in remoto) ci rende più sicuri e brillanti nel parlato, ascoltare musica e cantare canzoni seguendo il testo unisce l’utile al dilettevole e ci consente di apprendere con maggiore leggerezza.
Nonostante delle difficoltà oggettive dettate dalle differenze linguistiche tra le due lingue, migliorare il nostro livello di inglese è possibile e alla portata di tutti. Il segreto per avere successo è la persistenza.
4 comments
[…] Author: Il Primato Nazionale […]
Fancy that!
https://www.youtube.com/watch?v=B1oioBp0YZY
Interessantissima classifica! C’è materiale per scrivere un saggio.
Quindi a parte le prime considerazioni della redazione di P.N., posso limitarmi solo a qualche spunto. L’ Olanda al 1° posto con Ungheria (15°) è da spiegarsi soprattutto con la difficoltà a comprendere le lingue locali… Sono insomma obbligati a parlare in inglese!
Giappone al 53° posto, Francia (31°), Svizzera (19° presa per intero, ma molto più in basso se si considera solo la Svizzera tedesca, quella che comanda!), mostrano che i forti si vedono anche da questo…
Romania (16°), Serbia (17°) danno proprio l’ idea che questa classifica ha fatto i conti senza il popolo, ma solo con software installati e individui altolocati-servizievoli.
Negli ultimi posto, da rabbrividire, ci sono molti paesi in guerra più o meno conclamata o a rischio. Sarà un caso?!
Personalmente consiglio, per chi dovrà interloquire professionalmente, tedesco in Europa e inglese nel mondo! Accanto all’ inglese, se vogliamo aiutare l’ italiano e le lingue latine, lo spagnolo…un po’ “italianizzato”. E’ molto popular ma passa che è un piacere… Ad altissimo livello, richiami in latino senz’ altro!
Mi permetto di dissentire , in Portogallo NON m’ è servito a nulla parlare un OTTIMO inglese ….
tranne in qualche bar o ristorante , dove ALCUNI dipendenti spiccavano inglisc .
Ho provato a parlare in Spagnolo e si sono pure incazzati , non sapevo che Spagnoli e Portoghesi si ODIASSERO …..
Ho provato anche col Francese e col Tedesco , sarò stato sfigato ….. ma per essere in zona turistica …..
faccio presente che in ROMAGNA , al chiosco delle Piadine , parlano in
Inglese , Francese , Tedesco , Spagnolo , RUSSO ….. con accento romagnolo , ma si fanno capire !