Catanzaro, 13 dic – Altro che furbetti del cartellino, a Catanzaro è indagato praticamente l’intero Consiglio comunale – 29 consiglieri su 32 – per rimborsi spesa inventati di sana pianta. Finte commissioni per le quali i consiglieri percepivano i gettoni di presenza. Finte assunzioni in aziende private che poi venivano rimborsate dal Comune. Tutto finto, insomma: dalla presenza dei consiglieri alle riunioni, ai verbali delle commissioni che spesso non venivano nemmeno compilati, ai posti di lavoro. A quanto pare questo andazzo è andato in scena sotto gli occhi dell’inconsapevole sindaco Sergio Abramo (che infatti non è indagato), il quale sborsava migliaia di euro ai consiglieri per le riunioni delle cinque commissioni che in realtà non si tenevano. Le accuse sono di truffa e falso.
La truffa era bipartisan: soldi anche all’opposizione
E nel sistema di rimborsi farlocchi vigeva la par condicio: da Forza Italia al Pd, passando per l’Udc e le varie liste civiche di maggioranza e opposizione, la mangiatoia era bipartisan, opposizione compresa. Nel registro degli indagati sono finiti i consiglieri comunali di Forza Italia (Roberta Gallo, Luigi Levato, Francesca Carlotta Celi e Giulia Procopi), di Catanzaro da vivere (Agazio Praticò, Antonio Angotti, Antonio Mirarchi e Antonio Ursino), di Catanzaro con Sergio Abramo (Rosario Mancuso, Demetrio Battaglia, Enrico Consolante, Filippo Mancuso, e Fabio Talarico), di Officine del sud (Giuseppe Pisano e Francesco Gironda) e di Obiettivo Comune (Andrea Amendola e Manuela Costanzo). Per l’opposizione sono indagati, invece, i consiglieri del gruppo misto (Eugenio Riccio, Giovanni Merante e Antonio Triffiletti), di Fare per Catanzaro (Sergio Costanzo, Fabio Celi e Cristina Rotundo), del Pd (Lorenzo Costa e Libero Notarangelo), di Catanzaro in Rete (Rosario Lostumbo), di Cambiavento (Nicola Fiorita e Gianmichele Bosco) e dell’Udc (Tommaso Brutto).
I finti posti di lavoro per prendere il secondo stipendio
Brutto è indagato anche per truffa assieme Elzibieta Musielak e Carmelo Coluccio, amministratori della Verdeoro società cooperativa produttori ortofrutticoli, un’impresa agricola di Simeri Crichi che aveva assunto come direttore amministrativo il consigliere Brutto. Ma per gli inquirenti l’esponente Udc “non svolgeva alcuna prestazione effettiva per l’impresa”. Eppure il Comune di Catanzaro dal febbraio 2015 al giugno 2018 ha erogato alla Verdeoro più di 103 mila euro “a titolo di rimborso” per i periodi orari “che impegnavano Brutto in attività istituzionali nelle vesti di consigliere comunale”. Per capirci, il Comune pagava all’impresa agricola la parte dello stipendio del suo direttore amministrativo per le ore di lavoro che questo dedicava, invece, alla politica.
“A titolo di rimborso” erogati decine di migliaia di euro
Lo stesso sistema era utilizzato anche dal consigliere comunale Andrea Amendola che, per essere stato assunto (sempre per finta, sia chiaro) nelle aziende edili e immobiliari del fratello Antonio Amendola (anche lui indagato), è costato al Comune quasi 65 mila euro, sempre “a titolo di rimborso”. Poco più di 23 mila euro, invece, è la cifra versata alla società “La Notifica“, amministrata da Sabrina Scarfone (anche lei indagata), per pagare lo stipendio al consigliere Enrico Consolante. Stesso sistema di cui giovava anche il consigliere di opposizione Sergio Costanzo, assunto (per finta) dal negozio di animali di Salvatore La Rosa (indagato). Il consigliere “non svolgeva alcuna prestazione effettiva per l’impresa” che, tuttavia, ha avuto quasi 79 mila euro “a titolo di rimborso” per il “dipendente” impegnato invece in attività istituzionali.
Gettoni di presenza per riunioni di commissione mai svolte
Si fa per dire, perché dalle indagini è emerso che i consiglieri comunali non facevano per davvero nemmeno il lavoro “ufficiale”. Visto che avrebbero “partecipato” – spiega il pm – a riunioni di commissioni in cui in realtà non c’erano o che neanche venivano svolte. Per dimostrare la truffa, il pm ha depositato i filmati registrati grazie alle telecamere nascoste dai carabinieri all’interno del Palazzo comunale.
Coinvolti anche componenti delle forze dell’ordine
A completare il quadro, tra i consiglieri indagati ci sono anche componenti delle forze dell’ordine prestati alla politica. Anche loro, assieme agli altri, “con artifizi o raggiri, consistiti nelle false verbalizzazioni relative allo svolgimento delle sedute di commissione consiliare”, in due soli mesi (novembre e dicembre 2018) hanno incassato più di 21 mila euro dei cosiddetti “gettoni di presenza”.
Ludovica Colli
2 comments
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MAPPORK…
e questa è la stessa gente che poi
viene da noi,che lavoriamo duramente da una vita..
ad estorcerci le tasse,eh?
questi bastardi sferici,che ci ficcano le mani in tasca fino ai talloni…
e se per caso trovano qualche euro rimasto che ancora non gli abbiamo dato,si permettono pure di apostrofarci come “ladri evasori”
un giorno di questi ci stuferemo pure,di sopportarli…
quel giorno questa manica di lebbrosi nell’anima si accorgerà che non
è MAI una buona idea,svegliare la rabbia della gente.