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I numeri della crisi: per le famiglie la salute è un lusso

by La Redazione
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crisi-consumiRoma, 10 Gen – Mille e cinquecento euro a famiglia: di tanto si è contratta, mediamente, la spesa annuale degli italiani negli ultimi cinque anni di crisi. Con un picco di quasi 3000 euro se si considerano i nuclei con due figli piccoli a carico. E’ quanto risulta dall’indagine dell’Unione Nazionale dei Consumatori sulla base dell’indagine Istat pubblicata lo scorso dicembre nell’Annuario statistico.

Secondo i calcoli dell’UNC, che ha intrecciato i dati raccolti dall’Istituto nazionale di statistica, la famiglia media nazionale ha speso 1.507 euro l’anno in meno rispetto al periodo precrisi, passando dai 29.816 ai 28.309 euro, per un calo netto del 5,05%. I settori sui quali si è maggiormente risparmiato sono quelli dell’abbigliamento, dei servizi della casa e della salute personale. Per questo motivo le famiglie che hanno contratto di più i loro consumi sono quelle per le quali le spese familiari incidono maggiormente: quindi le famiglie numerose, o con almeno due figli piccoli a carico, per le quali la spesa si è ridotta quasi del doppio ( – 7,93%).

Un dato allarmante, non soltanto perchè palesa oltre ogni dubbio quanto sia grave la crisi del mercato interno (-720 euro a famiglia per l’abbigliamento, un vero disastro per la manifattura nazionale, -390 per la voce riguardante mobilia, elettrodomestici e servizi per la casa) ma anche perchè, se si prende in esame la terza maggior voce di risparmio e cioè la salute, dimostra come il nostro paese stia vivendo a tutti gli effetti un’emergenza sociale che attanaglia intere fasce della popolazione. Infatti se nei primi due casi “Si tratta di acquisti di beni superflui, rinviabili a tempi migliori ed indicano, nella migliore delle ipotesi, la volontà delle famiglie di risparmiare, mentre, nella peggiore, l’impossibilità di mantenere lo stesso tenore di vita”, come dichiarato da Massimiliano Dona, segretario dell’UNC, “La contrazione di quest’ultima voce è quella che dovrebbe destare maggiore preoccupazione e allarme sociale, dato che di tratta di spese necessarie, difficilmente comprimibili. Indica la difficoltà delle famiglie ad arrivare a fine mese. Per alcune famiglie andare dal dentista è diventato un lusso che non si possono permettere”.

Francesco Benedetti

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