Firenze, 18 ott – Matteo Renzi riparte all’attacco del premier Giuseppe Conte su Quota 100. Il leader di Italia Viva proprio non la sopporta la riforma previdenziale varata dal governo gialloverde e quindi lancia un avvertimento (oltre che la sua Leopolda, che inizia domani). “Domattina partiamo con la presentazione del Family Act, con Elena Bonetti. E spiegheremo – annuncia – perché secondo noi quella misura, che investe 20 miliardi in tre anni guardando solo ai pensionandi, è ingiusta: quei soldi dovrebbero andare ai giovani, alle coppie, alle famiglie, agli stipendi e ai servizi. Per la prima volta una misura organica a favore delle famiglie: PER le famiglie (Protagoniste Eque Ricche). Noi voteremo un emendamento per cancellare Quota 100 e dare quei soldi alle famiglie e agli stipendi: vediamo che cosa faranno gli altri”.
Conte: “La riforma non si tocca”
Ormai è evidente che Iv in Aula farà di tutto per bloccare la riforma fortemente difesa dai giallofucsia. Quota 100, in verità, è stata già rimodulata dal Conte bis che, pur confermandola fino al 2021, ne ha dilatato i tempi per le finestre d’uscita. Ma per Renzi e i suoi è ancora troppo poco. Iv chiede lo stop immediato all’intero piano previdenziale. Dal canto suo, Conte ha affermato che la riforma “non si tocca”. Sulla stessa posizione il ministro al Lavoro, Nunzia Catalfo, che ha ribadito il suo ok alla riforma.
“Iv si batterà contro i microbalzelli”
Ma Renzi non molla. Anzi, rilancia: Iv si batterà contro “i microbalzelli come la sugar tax o le imposte sulla casa” e “il desiderio” da parte dei giallofucsia “di complicare la vita alle partite Iva”. Su questo “ci faremo sentire”, annuncia l’ex segretario del Pd. “E sono certo che anche altre forze della maggioranza bloccheranno questi inutili microbalzelli”.
Insomma, con queste premesse, non sarà facile per i giallofucsia venire a capo della manovra, checché ne dica Conte. Sì, perché il premier non fa che ripetere che la legge di Bilancio non si ritocca. Come se non sapesse che Iv in Senato può far cadere il governo.
Adolfo Spezzaferro