Agrigento, 3 ott – La vergognosa pratica del revenge porn non è solo appannaggio del mondo maschile ai danni di quello femminile. Lo dimostra la vicenda di una donna di Cammarata, che è stata raggiunta da una misura cautelare di divieto di avvicinamento, emessa dal gip del tribunale di Sciacca su richiesta della Procura locale. L’ipotesi di reato riguarda la diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti – proprio quel revenge porn introdotto dalla recente legge sul “codice rosso”. La misura è stata notificata alla donna dai carabinieri della compagnia di Cammarata.
La donna non era in grado di accettare la fine della relazione con l’ex compagno, e aveva iniziato una vera e propria persecuzione nei suoi confronti, arrivando a pubblicare sui social filmati e foto della coppia scattate durante situazioni di intimità. La vittima aveva allertato le autorità che avevano attenzionato la stalker fino all’emissione del provvedimento. Il nuovo delitto punisce prevede che chiunque invii, consegni, pubblichi o diffonda immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, senza il consenso delle persone rappresentate, sia punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5.000 a 15.000 euro. Si cerca così di costituire un deterrente a comportamenti lesivi che in alcuni casi hanno portato le vittime al suicidio, come è successo a Tiziana Cantone. La pena è aumentata se i fatti sono commessi del coniuge, anche separato o divorziato, o da una persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici.
Cristina Gauri