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La rosicata di Fiano rimasto senza poltrona

by Ludovica Colli
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Roma, 16  – La spartizione delle poltrone del governo giallofucsia, con l’ultimo assalto a quelle da viceministro e sottosegretario, non ha scontentato soltanto i dem toscani, rimasti fuori dai giochi, ma anche Emanuele Fiano, che per giorni era apparso in lizza per una poltrona al Viminale. L'”antifascista a tempo pieno” infatti non ha ottenuto nessun incarico e se n’è lamentato su Facebook, cogliendo l’occasione di voler rispondere a chi – a detta sua – gli chiedeva come mai non avesse rimediato neanche uno strapuntino. “Ho ricevuto centinaia di richieste di spiegazioni e di affetto per non essere stato scelto dal mio segretario Zingaretti a far parte del nuovo governo – scrive Fiano sul social -. Non posso rispondervi perché non lo so. Non conosco un motivo spiegabile né una ragione che io intuisca o che sia razionalmente concepibile“. Insomma, per l’esponente dem è stata un’amara sorpresa, neanche lontanamente ipotizzabile, la sua esclusione.

“Si vede che ci sono mie caratteristiche che disturbano”

“Posso solo dire che non c’era nessun obbligo né nessun contratto che ci assicurasse nessun posto. Forse ci siamo semplicemente convinti, parlo per me, che molti anni di lavoro e di competenza, oltre che di relazioni, e di passione civile su di un tema, come in generale per il mio gruppo e per il mio partito, avrebbero indotto chi doveva decidere a scegliere in base a questo tipo di criteri”, spiega l’esponente dem. “Non è stato così, non è la prima volta, amen. Si vede che il mio destino non è quello o che ci sono mie caratteristiche che disturbano“. Un passaggio, quest’ultimo, poco chiaro sebbene evidentemente allusivo.

“Spero che in futuro si scelga in base alle competenze”

Poi Fiano si contraddice da solo: “Piagnucolare adesso rispetto a quello che succede in Italia e nel mondo sarebbe una vergogna“. Un’affermazione che cozza con il “pianto” finora speso per la sua inspiegabile e irrazionale esclusione dalla squadra di governo. Infine ci tiene a precisare che nel totonomi dell’ultimo assalto alla poltrona non ci si era messso da solo: “Non avevo dato io il mio nome ai giornali, avevo già imparato a non credere ai giornali su queste cose. Si saranno sbagliati tutti i giornali. Saluterò con un sorriso il giorno in cui le classi dirigenti saranno scelte anche in base alle competenze. E che parleremo di politica senza bilancino“.

Parole dure di un uomo deluso dalle decisioni del suo partito. Che ricordano quelle dell’ex ministro Elisabetta Trenta, pentastellata esclusa dal Conte bis, che era arrivata, in uno scatto di ira, a minacciare di dire cose scomode per tutti. Ebbene, la Trenta rivendicava un ruolo nel governo per aver combattuto Salvini. Dal canto suo, è possibile che anche Fiano se lo aspettasse per il suo impegno profuso contro il leader della Lega. E in effetti, nei giorni del totoministri, a tutti era sembrata una nemesi, il suo nome al ministero dell’Interno.

Ludovica Colli

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7 comments

Firmino 16 Settembre 2019 - 7:41

Fiano, uomo dotato di intelligenza indescrivibile, mi ricorda “L’onorevole Peppone”, quando essendosi assopito sui banchi del senato, si sveglia e comincia ad inveire contro i fascisti, solo che Peppone, al confronto, risulta essere molto ma molto più intelligente di Fiano.

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Nuccio Viglietti 16 Settembre 2019 - 10:19

Il babbeo sarà destinato a dipartimento specializzato in studi di…antifascismo…!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

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Lulù 16 Settembre 2019 - 10:40

Bertinotti i radicali chic amico dei cipressi e degli industriali,il sindacalista con la terza media con l’abito della festa, ancora ha voce in capitolo?Ma non l’avevamo cestinato dopo i suo flop?Ma vai a cercarti un ospizio, deficiente.

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jenablindata 17 Settembre 2019 - 6:45

probabilmente c’erano troppe chiappe per le poltrone.
inconvenienti del fatto che nessuno o quasi di quelli che infestano la politica
ha un lavoro al di fuori delle chiappe a ventosa…

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Commodo 17 Settembre 2019 - 10:21

Se si sceglie un base alle competenze, il nostro fieno dovrebbe essere escluso a priori, almeno in un Paese serio, con coscienza di sé, e, soprattutto, amministrato con quella che in altri tempi veniva definita: “La diligenza del buon padre di famiglia”. Se invece si sceglie in base al rancore, al livore, all’ astio, alla foia liberticida, alla cinica, sottile, ipocrita, ma violenta ferocia & alla faziosità più stolida, agguerrita, aggressiva e persecutoria, allora il nostro fieno avrebbe diritto ad un posto di massimo rilievo.

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SergioM 17 Settembre 2019 - 1:09

Quali competenze ? essere brutto e rompere i coglioni a chi non è un rosso di merda ?
?
ah dimenticavo …. parlar male di Salvini , stile trenta.
Dovremo ,in tal caso, dar posto nel governo a 500.000 idioti kattokom !

Dai di che sono antisemiti … magari un posticino il rabbino te lo rimedia …..
????

???

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Carlo 17 Settembre 2019 - 6:20

Appena ti guardi intorno ti trovi sommerso dalla m++++ che possano essere tutti inghiottiti e sprofondare ste zecche rosse..

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